Il prefetto Saccone scrive ai sindaci del senese
SIENA. Il prefetto di Siena, Renato Saccone, ha inviato una lettera ai sindaci della provincia per chiedere collaborazione e soluzioni utili per accogliere i profughi sbarcati sulle coste italiane e accolti, secondo il piano nazionale del Ministero dell’Interno, anche in provincia di Siena.
Le soluzioni preferite sono in strutture “assistite” dal volontariato ove ospitare piccoli gruppi omogenei fino alla definizione del loro status giuridico. A oggi le persone presenti sono 121 maggiorenni, ancorchè molto giovani, tutti richiedenti asilo politico. Si tratta di 105 uomini e 16 donne, provenienti dal Gambia, dalla Nigeria, dal Mali, dal Ghana, dalla Costa d’Avorio, dal Senegal e dal Pakistan, ospitati nei Comuni di Siena, Monticiano, Monteriggioni, Chianciano Terme e Sovicille. Tutti sono stati attentamente seguiti dai sanitari dell’ASL7, identificati e titolati di documento di richiedente asilo.
In Prefettura proseguono le riunioni con le associazioni di volontariato per estendere ai profughi l’indispensabile assistenza, non limitata alla sussistenza, e per garantire loro condizioni di serenità in attesa delle decisioni che saranno assunte dalle Commissioni per il riconoscimento dello status di rifugiato politico.
Le soluzioni preferite sono in strutture “assistite” dal volontariato ove ospitare piccoli gruppi omogenei fino alla definizione del loro status giuridico. A oggi le persone presenti sono 121 maggiorenni, ancorchè molto giovani, tutti richiedenti asilo politico. Si tratta di 105 uomini e 16 donne, provenienti dal Gambia, dalla Nigeria, dal Mali, dal Ghana, dalla Costa d’Avorio, dal Senegal e dal Pakistan, ospitati nei Comuni di Siena, Monticiano, Monteriggioni, Chianciano Terme e Sovicille. Tutti sono stati attentamente seguiti dai sanitari dell’ASL7, identificati e titolati di documento di richiedente asilo.
In Prefettura proseguono le riunioni con le associazioni di volontariato per estendere ai profughi l’indispensabile assistenza, non limitata alla sussistenza, e per garantire loro condizioni di serenità in attesa delle decisioni che saranno assunte dalle Commissioni per il riconoscimento dello status di rifugiato politico.