Il fatto che Bruno Valentini stia raccogliendo le firme per una sua lista personale è grave e va contro lo spirito delle primarie
SIENA. “Le primarie del prossimo 20 aprile con il quale il Partito democratico di Siena sceglierà il candidato a sindaco si stanno, ancora una volta, rivelando un grande strumento di partecipazione e di democrazia. Le iniziative di questi giorni organizzate dai due candidati in campo stanno coinvolgendo migliaia di senesi e sono un grande arricchimento anche per il partito. Il fatto che Bruno Valentini stia raccogliendo le firme per una sua lista personale proprio nel bel mezzo di questo percorso è grave e va contro lo spirito delle primarie. Una lista della quale fanno parte anche alcuni iscritti al Pd, che dovrebbero garantire lealtà nei confronti del vincitore delle primarie anche nel caso non fosse Valentini. Credo che il sindaco di Monteriggioni dovrebbe chiarire, al più presto, cosa intende fare dopo il 20 aprile, se rimanere nel Pd quale che sia l’esito del voto o se, magari in caso di sconfitta, ‘traslocare’ nella sua lista civica personale. E’ un chiarimento dovuto, prima di tutto ai cittadini che credono nel valore delle primarie e poi nei confronti del Pd, per cui le primarie sono la regola del gioco fondamentale per la selezione della classe dirigente, che non può essere usata né da Valentini né da nessuno a proprio ‘uso e consumo’”. Interviene così Carolina Persi, dell’ esecutivo Unione Comunale del Pd di Siena, in merito all’annuncio del sindaco di Monteriggioni di creare una sua lista personale nel bel mezzo delle corsa per le primarie del Pd.
“Quando Matteo Renzi – continua Persi – ha perso le primarie ha appoggiato subito Pierluigi Bersani, mentre Valentini ha annunciato che è già pronta una sua lista civica, per la quale sta già raccogliendo le firme. Un fatto grave ed emblematico, che dove essere chiarito quanto prima e che rappresenta una forma di personalizzazione esasperata estranea alla cultura delle primarie e dei partiti che hanno fondato il Pd. Sono tutti elementi in antitesi col metodo renziano che Valentini va sbandierando da mesi e che si aggiunge alla vicenda della bocciatura della nomina del sindaco di Firenze dai grandi elettori per eleggere il futuro Presidente della Repubblica, a favore di Alberto Monaci. Bene ha fatto il Pd di Siena a chiedere le dimissioni del segretario regionale Andrea Manciulli, mentre è imbarazzante il silenzio sull’argomento di Valentini e l’astensione dei suoi sostenitori dal voto della direzione del Pd. Un silenzio imbarazzato ma comprensibile, vista l’impossibilità del sindaco di Monteriggioni di prendere una posizione chiara dopo aver svenduto il suo appoggio a Renzi alla causa monaciana”.
“La mia impressione – conclude Persi – è che Valentini, che corre per diventare sindaco di Siena senza dimettersi dalla carica di primo cittadino di Monteriggioni, concepisce il partito come un mezzo sul quale salire per far crescere il proprio consenso personale e prolungare, magari fino a venti anni, la sua lunga carriera di amministratore. Un progetto neanche troppo nascosto, che però non può essere spacciato per rinnovamento, visto che, al contrario, rappresenta il peggio del peggio della vecchia politica”.