Nel film ombre e luci di una personalità contorta, istrionica e astuta
di Paola Dei
SIENA. Ryan Gosling, il sex symbol delle giovani generazioni in un “prequel” girato prima del suo successo planetario. Una pellicola noir tratta dalla storia vera dell’ereditiere Mark Davis, figlio di un magnate dell’edilizia, sospettato ma mai condannato per l’uccisione della moglie Katie (Kirsten Dunst). Katie proveniente da una famiglia semplice sparisce improvvisamente dopo che il marito le ha negato la possibilità di diventare madre.
Love & Secrets è il titolo della pellicola, Andrew Jarecki è il regista che nella pellicola mette in evidenza ombre e luci di una personalità contorta, istrionica e astuta, tanto da convincere i giudici e la corte della sua innocenza pur essendo state presentate prove abbastanza evidenti sulla sua colpevolezza. A dare una mano alle sue indubbie capacità manipolatorie, il potere e il denaro.
Nel film in base all’interpretazione del regista, che ci racconta la storia con sua visione personale, appare abbastanza evidente che il colpevole è Mark Davis. ma nella realtà il popolo di New York, dove è ambientata la pellicola e dell’America in generale, si è sempre diviso fra innocentisti e colpevolisti. Non è dato sapere se Mark sia veramente innocente nella realtà, ciò che è certo è che la pellicola mostra senza troppi giri di parole che il denaro e il potere permettono al protagonista del Film di godere di privilegi che certamente non avrebbe avuto se le sue origini fossero state proletarie. Una pellicola introgante nella quale il bel Gosling dà un fascino tutto particolare alla figura dell’ereditiere.
A Siena la pellicola è attualmente in programmazione presso il Cinema “Tommaso Pendola”.
Vale la pena di ricordare e citare un’altra pellicola dal sapore simile che riuscì a strappare l’Oscar grazie anche alle stupende interpretazioni di Jeremy Irons e Glenn Close, si tratta de: “Il mistero von Bulow” dove si narrano le vicende di Sunny, ricca ereditiera trovata in coma nella sua Villa di Newport e vissuta in stato vegetale per 29 anni, fino al 2008, anno in cui morì. Il maggior sospettato fu il marito condannato in Primo grado, ma assolto in Appello. Come per il caso Mark Davis anche per questo caso tutt’oggi l’America è divisa fra innocentisti e colpevolisti.
Due pellicole da vedere per mettere anche lo spettatore in condizione di dare la propria sentenza, anche se soltanto interiore.