I membri della Deputazione vengano decisi in maniera paritaria da tutte le istituzioni senesi, commenta l'associazione di centrosinistra
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SIENA. “Il nuovo statuto della Fondazione Monte dei Paschi preveda una forte riduzione del peso della politica nelle nomine, con applicazione immediata a partire da luglio. Va inoltre ridotto il numero dei componenti della Deputazione generale e amministratrice come vanno ridotti i loro compensi e innalzato il livello di competenza e professionalità”. E’ quanto chiede l’associazione “Confronti” di Siena, di cui fanno parte iscritti al Partito democratico, con riferimento alla revisione dello statuto della Fondazione Mps.
“I senesi attendono segnali chiari di rinnovamento – spiega l’associazione in una nota – e i nuovi criteri di nomina dei membri della Fondazione rappresentano un passaggio fondamentale per avviare una nuova stagione dopo le macerie. La politica non deve più avere la parola decisiva sulle nomine e le attività della Fondazione. Il Comune e la Provincia di Siena, nelle persone del sindaco e del presidente, non devono più decidere la maggioranza dei nominati, come è accaduto negli ultimi anni. E’ una irrimandabile e urgente decisione, prevista peraltro dalla legge alla quale la Fondazione Mps doveva adeguarsi fin dal 2004. I membri della Deputazione vengano decisi in maniera paritaria da tutte le istituzioni senesi, dalle professioni al lavoro, dal volontariato all’associazionismo, per ricreare un vero legame tra il territorio e la Fondazione. Va inoltre rafforzato in maniera decisiva il ruolo delle assemblee elettive, che rappresentano tutti i senesi: serve un coinvolgimento diretto del consiglio comunale di Siena e di quello provinciale”.
“Parallelamente alla procedura di revisione dello statuto – prosegue ‘Confronti’ – la Fondazione ha il dovere di rendere pubblico il contratto di acquisto di Antonveneta e di avviare immediatamente l’iniziativa legale per chiedere l’annullamento del contratto stesso, per arrivare alla restituzione degli oltre 20 miliardi di euro pagati da Mps per la banca padovana. La Deputazione amministratrice intervenga sul ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, poiché al momento di quell’acquisto lo statuto della Fondazione era illegittimo, mentre potrà essere ritenuto valido solo con le nuove modifiche”.