"Il logo della Biennale non mai stato richiesto o autorizzato" dice il direttore generale Cuciniello
SIENA. L’apparenza inganna: al Pendola arrivano i film della Mostra del Cinema di Venezia…ma la Mostra di Venezia non ne sapeva niente. Già telefonate e mail di protesta giungono dalla Biennale stessa, che conferma di non aver neppure saputo di questo Festival di Siena, e di non aver mai concesso autorizzazioni ad usare il logo della Mostra agli organizzatori di questo evento iniziato martedì sera al Pendola.
Un festival con biglietto d’ingresso (nonostante le sovvenzioni del Comune e della Provincia)che dichiara di offrire ‘’Nuovo cinema italiano a Venezia’’, ma, come fanno notare alcuni critici cinematografici la Biennale, con i suoi direttori e organizzatori, ha rivelato di non sapere niente del festival e quindi ovviamente di non aver autorizzato neppure l’uso del logo, da cui appare che si tratta di una manifestazione fatta insieme a loro. ‘’La Mostra di Venezia sembra abbia addirittura dato mandato ai legali di agire e chiedere eventuali danni, anche perché il logo inserito arbitrariamente è quello ufficiale e non quello delle sezioni collaterali a cui i film proiettati a Siena appartengono.
Una diatriba, insomma, che non mette bene in luce gli organizzatori di ‘’Nuovo cinema italiano da Venezia a Siena’’ realizzato da Campo e Controcampo Siena Film Festival, che sembra stia anche organizzando un festival di lungometraggi. Un festival non unico ma già fatto a Roma , Milano, Firenze, Grosseto e a Siena, disertato però dai grandi nomi che erano stati annunciati originariamente, come Silvio Orlando o Enrico Magrelli, consulente per l’appunto della Biennale di Venezia, che ha scelto di non partecipare. Certamente, è un peccato che Siena e questo nuovo festival siano al centro delle polemiche, dopo che la città è apparsa su tutti i giornali nazionali e su alcune testate europee per il Terra di Siena Film Festival, in una città che soffre della chiusura di alcune delle sue storiche sale cinematografiche: la fame di cinema c’è ancora, nonostante la febbre del download, il fascino del grande schermo non finirà mai.