Mps ha bisogno di una vera e propria chemioterapia che non può essere la nazionalizzazione, commenta l'onorevole Fava
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SIENA – «Anche questa volta le perquisizioni ad alcuni membri del board di MPS stanno a dimostrare che la discontinuità all’interno della banca, tanto decantata dal Partito Democratico, non c’è stata e lungi dall’essere raggiunta.» afferma l’On. Gianni Fava, Parlamentare della Lega Nord e Commissario del Carroccio in Toscana. «Lorenzo Gorgoni infatti, a carico del quale nelle scorse ore è stata disposta una perquisizione da parte della Magistratura senese, è stato uno dei principali azionisti della banca 121 ed amico di Massimo D’Alema, profondo assertore della bontà dell’operazione di acquisizione della ex Banca del Salento, operazione dalla quale è incominciato il veloce declino della Banca più antica del mondo. Più che la discontinuità, che alla luce dei fatti ormai dovrebbe rappresentare un necessario atto dovuto nei confronti della città, mi sembra che MPS, per togliersi di dosso tutte le cellule cancerogene che ha incamerato nel corso di queste scellerate operazioni, tutte avallate dal Partito Democratico, abbia bisogno di una vera e propria “chemioterapia” che non può che essere la nazionalizzazione della Banca ed il commissariamento della Fondazione. Profumo e Viola prendano atto di quanto sta accadendo e blocchino subito il processo di esternalizzazioni, perché a pagare non possono essere ignari dipendenti, ma il top management che si è reso corresponsabile delle decisioni che hanno portato MPS sulla via del non ritorno.»