La candidata propone "un'Agorà per le Terre di Siena"
La forza e le competenze delle donne come motore dell’azione parlamentare. “Mi faceva piacere incontrarvi in modo diverso prima della fine di questa campagna elettorale – ha esordito Susanna Cenni, candidata del d alla Camera – Quella appena trascorsa è stata una legislatura difficile per le donne. Si è assistito a un pesante attacco al corpo, alla dignità e ai diritti delle donne, attraverso messaggi umilianti, che oltre che per scopi commerciale, per la prima volta, hanno varcato i confini istituzionali. Pesanti poi sono i numeri della violenza sulle donne. Il tutto è aggravato dal presentarsi di un sistema politico ed economico interessate da varie forse di corruzione e che sembra arrivato al capolinea. Ma ci sono state anche tante reazioni di massa, dalla manifestazione di snoq, alla danza contro la violenza dello scorso 14 febbraio. Anche negli ultimi mesi della legislatura, poi, abbiamo ottenuto alcuni risultati, come la legge per la doppia preferenza di genere e siamo riusciti a far firmare la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne che deve essere ratificata. Risultati sicuramente positivi, ma non possibili senza le grandi mobilitazioni delle donne. Le cose da fare sono ancora tante. Da parte mia ci sarà l’impegno di ripresentare la proposta di legge per la parità di accesso ai media e la tutela della dignità femminile. Ci saranno tante donne elette e penso che tanta di quella forza sentita fuori si possa portare dentro al Parlamento”.
Un’agora per le donne delle Terre di Siena. “Sono state settimane dense di incontri con lavoratori e lavoratrici – ha detto Cenni – Ho scelto, già durante le primarie, di assumere due impegni importanti per promuovere nuove forme di partecipazione e contatto con il territorio: il bilancio sociale e la costituzione dell’Agorà delle Terre di Siena, come luogo aperto e composta per il 50% da donne, dove confrontarci e stabilire modi di relazione nuovi per instaurare un dialogo, attivo almeno ogni sei mesi, che permetta di portare in Parlamento le istanze della nostra comunità. Sarà un piccolo contributo per accorciare le distanze, potenziarci a vicenda e per costruire insieme un’agenda di genere”.