I candidati senesi contro "un evidente ricatto"
SIENA. Sono giorni che i sedicenti grandi partiti, quelli che non hanno voluto la modifica della legge elettorale per costringere i raggruppamenti minori ad accogliere acriticamente l’imposizione di linee programmatiche inaccettabili (esemplare il caso-Vendola alle prese con la conferma della futura alleanza con Monti), si sciacquano la bocca col ritornello del voto “utile”.
L’argomento sembra apparentemente suggestivo, ma deriva da un evidente ricatto: per combattere Berlusconi bisognerebbe votare coloro che l’hanno sempre tollerato, che ne combattevano la “demonizzazione”, che non hanno voluto la legge sul conflitto di interessi, che hanno condiviso con lui un anno di governo e che, lungi dall’essere pentiti, intendono utilizzare i voti “utili” così rastrellati per fare con Monti le stesse politiche or ora sperimentate.
L’insistito richiamo al voto cosidetto “utile” non è solo un ricorrente oltraggio al principio democratico che vuole che i cittadini possano scegliere libere rappresentanze parlamentari in base ai concreti programmi delle cose da fare, ma suona come offesa all’evidenza stessa delle cose. Infatti, l’unico modo per “ancorare a sinistra” il futuro governo Bersani (come si sente ripetere in questi giorni dall’illusione vendoliana) è di ottenere il migliore successo di Rivoluzione Civile.
Siena, poi, è diventata un caso storico esemplare: se gli elettori progressisti, a suo tempo, non avessero dato il loro “utile” consenso prima a Piccini (maestro nel governo degli accordi di potere e nella marginalizzazione degli avversari interni), poi a Cenni (oggi tra i sostenitori del candidato Neri) e infine a Ceccuzzi (promotore di Mussari e principale responsabile del disastro senese in quanto segretario e plenipotenziario del maggior partito da quasi vent’anni), Siena e il suo territorio non navigherebbero nell’odierna tragedia.
Il voto “utile”, a Siena come nel Paese, l’una e l’altro in condizioni ormai di gravissima emergenza, è quello del rigore della legalità costituzionale e dell’attuazione dei suoi principi, è quello della trasparenza reale, è quello della lotta di popolo contro la criminalità organizzata (dalle mafie, ma anche dai banchieri che delinquono), contro l’evasione fiscale (compresi i capitali scudati tornati nel senese) e contro ogni sorta di commistione tra politica, affari e malaffari.
I CANDIDATI SENESI DI RIVOLUZIONE CIVILE – LISTA INGROIA / SENATO DELLA REPUBBLICA, CAMERA DEI DEPUTATI
Angela Bindi, Bernardo Giorgi, Elisa Sacchi