MONTICIANO. Il valore della memoria di chi ha lottato per la libertà di oggi e il desiderio di costruire un presente diverso, senza violenza e intolleranza. E’ con questi sentimenti che sabato 24 aprile, si è tenuta la cerimonia di ricordo dei martiri di Scalvaia e dei 65 anni dalla Liberazione, a Monticiano, paese insignito della medaglia d’oro dal Presidente della Repubblica Ciampi per il contributo dato nella Resistenza e nella lotta Partigiana antifascista. In tanti sono stati a partecipare alla deposizione delle corone sul cippo eretto in onore ai sedici giovani caduti durante la lotta partigiana, un gesto pieno di significato a pochi giorni dal tentativo di cancellare con della vernice nera i nomi degli eroi dal monumento a loro dedicato. Il cippo, ora ripulito, è tornato così ad essere simbolo della lotta della libertà e dell’importanza della memoria storica.
La cerimonia è proseguita in Piazza Sant’Agostino, dove si è esibita la banda “La Ginestra” di Poggibonsi e dove è stata deposta la corona anche sulla statua del soldatino. Nell’occasione sono intervenuti il sindaco del Comune di Monticiano, Mauro Cencioni; il presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini; il presidente dell’Unione dei Comuni della Val di Merse, Luciana Bartaletti; il consigliere regionale, Marco Spinelli; il vicepresidente dell’Anpi provinciale, Mario Cresti e il parlamentare alla Camera dei deputati, Susanna Cenni. Forte commozione c’è stata soprattutto durante la testimonianza del partigiano Maurizio Pedani che ha ricostruito, attraverso i suoi ricordi, le gesta eroiche dei sedici giovani caduti a Scalvaia e durante la lettura del giovane Francesco Serragli delle ultime lettere scritte dai martiri alle proprie famiglie. Presenti alla cerimonia anche il parlamentare del Partito Democratico, Franco Ceccuzzi e i sindaci dei Comuni di Chiusdino, Radicondoli, Murlo, Sovicille, Poggibonsi, San Gimignano e Colle.
“Ringrazio tutti coloro che hanno permesso l’organizzazione di una cerimonia così toccante, in particolare il segretario della sezione dell’Anpi di Monticiano, Vasco Fattorini e i cittadini di Monticiano, della Val di Merse e di tutta la provincia di Siena che hanno partecipato così numerosi e calorosamente alla cerimonia – ha detto il presidente dell'Unione dei Comuni della Val di Merse, Luciana Bartaletti. – Abbiamo testimoniato insieme e con forza la nostra ferma condanna all’atto vandalico e vigliacco di coloro che, con vernice nera, hanno voluto cancellare i nomi degli eroi che hanno dato la vita per la libertà di cui godiamo tutti. Ai sedici giovani partigiani deve andare la nostra gratitudine, riconoscenza e ammirazione. Ritengo sbagliato sottovalutare un atto così intenzionale e di chiara matrice fascista. La ricorrenza del 25 aprile deve, quindi, sempre essere un’occasione che inviti a riflettere sul passato, per mettere in luce le contraddizioni del presente e per indirizzare il futuro.
“I cittadini di Monticiano – ha detto il sindaco Mauro Cencioni – e tutti coloro che hanno partecipato alla cerimonia di commemorazione, fanno onore alla lotta per la libertà e al sacrificio di sedici giovani coraggiosi. Con il grave gesto ai danni del monumento di Scalvaia del 28 marzo scorso, abbiamo un grave danno morale come cittadini e un’offesa come familiari dei sedici giovani caduti nella lotta di liberazione, con coraggio e onore. Tuttavia, la sentita partecipazione delle istituzioni e di tutta la popolazione locale, dimostra come forte sia in noi la volontà di mantenere un presente e costruire un futuro all’insegna della giustizia e della libertà”.
Una delle ultime lettere scritte dai partigiani ai genitori. Tommaso Masi: “(giorno 14) Cari genitori e famiglia, mi trovo in questa situazione, oggi stessa mi hanno fatto il processo e mi hanno condannato a morte. Ormai ho dovuto farmi di questa convinzione, non ci sarebbe stato cavassela ma ormai mi sono messo il cuore verso questa grassia ma dopo attutto o fatto la Confessione Commione. Cari genitorini, datevi coraggio perché ormai mi era destinata, non si scancella, io vi chiedo perdono che rimarrete dispiacenti. Cari genitori, ora vi dico Addio. Ci rivedremo in paradiso. Ora baci a tutti in Famiglia. Per fortuna mi a sistito mio Cappellano. Il vostro figliolo, Masi Tommaso”.
La cerimonia è proseguita in Piazza Sant’Agostino, dove si è esibita la banda “La Ginestra” di Poggibonsi e dove è stata deposta la corona anche sulla statua del soldatino. Nell’occasione sono intervenuti il sindaco del Comune di Monticiano, Mauro Cencioni; il presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini; il presidente dell’Unione dei Comuni della Val di Merse, Luciana Bartaletti; il consigliere regionale, Marco Spinelli; il vicepresidente dell’Anpi provinciale, Mario Cresti e il parlamentare alla Camera dei deputati, Susanna Cenni. Forte commozione c’è stata soprattutto durante la testimonianza del partigiano Maurizio Pedani che ha ricostruito, attraverso i suoi ricordi, le gesta eroiche dei sedici giovani caduti a Scalvaia e durante la lettura del giovane Francesco Serragli delle ultime lettere scritte dai martiri alle proprie famiglie. Presenti alla cerimonia anche il parlamentare del Partito Democratico, Franco Ceccuzzi e i sindaci dei Comuni di Chiusdino, Radicondoli, Murlo, Sovicille, Poggibonsi, San Gimignano e Colle.
“Ringrazio tutti coloro che hanno permesso l’organizzazione di una cerimonia così toccante, in particolare il segretario della sezione dell’Anpi di Monticiano, Vasco Fattorini e i cittadini di Monticiano, della Val di Merse e di tutta la provincia di Siena che hanno partecipato così numerosi e calorosamente alla cerimonia – ha detto il presidente dell'Unione dei Comuni della Val di Merse, Luciana Bartaletti. – Abbiamo testimoniato insieme e con forza la nostra ferma condanna all’atto vandalico e vigliacco di coloro che, con vernice nera, hanno voluto cancellare i nomi degli eroi che hanno dato la vita per la libertà di cui godiamo tutti. Ai sedici giovani partigiani deve andare la nostra gratitudine, riconoscenza e ammirazione. Ritengo sbagliato sottovalutare un atto così intenzionale e di chiara matrice fascista. La ricorrenza del 25 aprile deve, quindi, sempre essere un’occasione che inviti a riflettere sul passato, per mettere in luce le contraddizioni del presente e per indirizzare il futuro.
“I cittadini di Monticiano – ha detto il sindaco Mauro Cencioni – e tutti coloro che hanno partecipato alla cerimonia di commemorazione, fanno onore alla lotta per la libertà e al sacrificio di sedici giovani coraggiosi. Con il grave gesto ai danni del monumento di Scalvaia del 28 marzo scorso, abbiamo un grave danno morale come cittadini e un’offesa come familiari dei sedici giovani caduti nella lotta di liberazione, con coraggio e onore. Tuttavia, la sentita partecipazione delle istituzioni e di tutta la popolazione locale, dimostra come forte sia in noi la volontà di mantenere un presente e costruire un futuro all’insegna della giustizia e della libertà”.
Una delle ultime lettere scritte dai partigiani ai genitori. Tommaso Masi: “(giorno 14) Cari genitori e famiglia, mi trovo in questa situazione, oggi stessa mi hanno fatto il processo e mi hanno condannato a morte. Ormai ho dovuto farmi di questa convinzione, non ci sarebbe stato cavassela ma ormai mi sono messo il cuore verso questa grassia ma dopo attutto o fatto la Confessione Commione. Cari genitorini, datevi coraggio perché ormai mi era destinata, non si scancella, io vi chiedo perdono che rimarrete dispiacenti. Cari genitori, ora vi dico Addio. Ci rivedremo in paradiso. Ora baci a tutti in Famiglia. Per fortuna mi a sistito mio Cappellano. Il vostro figliolo, Masi Tommaso”.