"Situazione sconcertante", secondo il consigliere

SIENA. La Provincia di Siena, proprietaria dei Palazzi Buonsignori e Brigidi sede del più importante museo di Siena, la Pinacoteca Nazionale e proprietaria delle opere esposte (beni del demanio provinciale, per l’esattezza), alcune migliaia, di cui molte di inestimabile valore, non ha e non ha mai avuto l’inventario delle opere stesse.
L’incredibile scoperta viene resa nota da Lorenzo Rosso, Consigliere Provinciale di Fratelli d’Italia- Allenanza Nazionale che, in qualità di Presidente della importante Commissione di Controllo della Provincia di Siena, ha convocato nei giorni scorsi alcune riunioni sul museo della Pinacoteca dove è emersa la questione.
Ma facciamo un passo indietro nel tempo. “Il Museo della Pinacoteca Nazionale di Siena – racconta Lorenzo Rosso – è sorto nel 1929, esattamente il 22 di Aprile, quando la Provincia, proprietaria dei Palazzi Buonsignori e Brigidi, approvava la nascita del museo e di allocarvi la Pinacoteca, cedendo in uso al Ministero dell’Educazione Nazionale i locali dei palazzi e dava in consegna alla Soprintendeza della Toscana i quadri e gli altri oggetti d’arte in un verbale di consegna al Dottor cesare Brandi, allora incaricato dalla stessa Soprintendeza”.
“Da allora – continua Rosso – la Provincia di Siena, non ha mai avuto l’inventario delle opere. Ha fatto solo una “richiesta di collaborazione per l’inventariazione delle opere di proprietà di questa Amministrazione, avendo necessità di dover dare una descrizione del soggetto, del periodo storico e del relativo valore alle opere” solo il 27 ottobre del 1993 all’allora Direttore della Pinacoteca Nazionale, non ricendo alcuna risposta. Si arriva a giorni nostri, quando, in una apposita riunione da me convocata, l’Economa della Provincia, Luisella Santucci, conferma a verbale che “la Provincia non ha l’inventario del dettaglio delle opere, stante l’impossibilità di decifare i singoli titoli contenuti nell’atto del 1930 che risulta illeggibile e forse comprensibile solo ad uno studioso del settore”. Sono veramente sconcertato di tutta questa vicenda: la proprietà dei Palazzi e delle opere della Pinacoteca – opere di valore inestimabile, tra cui dipinti di Duccio di Boninsegna, Domenico Beccafumi, Sodoma ed altri – non ha e non ha mai avuto l’inventario e non si è mai occupata di controllare alcunchè sulla esistenza ed integrità di tali straordinarie opere d’arte. Nei prosssimi giorni presenterò in Consiglio Provinciale una mozione particolareggiata sulla vicenda come è mia intenzione coinvolgere e rendere edotto il Ministro dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo tramite atti di sindacato ispettivo da presentarsi in Parlamento,mentre la Commissione di Controllo continuerà la sua azione volta all’opportuno chiarimento della vicenda. Se esistono responsabilità a tutti i livelli, queste vanno accertate e per questo certamente intendo arrivare sino in fondo”, conclude Lorenzo Rosso.
L’incredibile scoperta viene resa nota da Lorenzo Rosso, Consigliere Provinciale di Fratelli d’Italia- Allenanza Nazionale che, in qualità di Presidente della importante Commissione di Controllo della Provincia di Siena, ha convocato nei giorni scorsi alcune riunioni sul museo della Pinacoteca dove è emersa la questione.
Ma facciamo un passo indietro nel tempo. “Il Museo della Pinacoteca Nazionale di Siena – racconta Lorenzo Rosso – è sorto nel 1929, esattamente il 22 di Aprile, quando la Provincia, proprietaria dei Palazzi Buonsignori e Brigidi, approvava la nascita del museo e di allocarvi la Pinacoteca, cedendo in uso al Ministero dell’Educazione Nazionale i locali dei palazzi e dava in consegna alla Soprintendeza della Toscana i quadri e gli altri oggetti d’arte in un verbale di consegna al Dottor cesare Brandi, allora incaricato dalla stessa Soprintendeza”.
“Da allora – continua Rosso – la Provincia di Siena, non ha mai avuto l’inventario delle opere. Ha fatto solo una “richiesta di collaborazione per l’inventariazione delle opere di proprietà di questa Amministrazione, avendo necessità di dover dare una descrizione del soggetto, del periodo storico e del relativo valore alle opere” solo il 27 ottobre del 1993 all’allora Direttore della Pinacoteca Nazionale, non ricendo alcuna risposta. Si arriva a giorni nostri, quando, in una apposita riunione da me convocata, l’Economa della Provincia, Luisella Santucci, conferma a verbale che “la Provincia non ha l’inventario del dettaglio delle opere, stante l’impossibilità di decifare i singoli titoli contenuti nell’atto del 1930 che risulta illeggibile e forse comprensibile solo ad uno studioso del settore”. Sono veramente sconcertato di tutta questa vicenda: la proprietà dei Palazzi e delle opere della Pinacoteca – opere di valore inestimabile, tra cui dipinti di Duccio di Boninsegna, Domenico Beccafumi, Sodoma ed altri – non ha e non ha mai avuto l’inventario e non si è mai occupata di controllare alcunchè sulla esistenza ed integrità di tali straordinarie opere d’arte. Nei prosssimi giorni presenterò in Consiglio Provinciale una mozione particolareggiata sulla vicenda come è mia intenzione coinvolgere e rendere edotto il Ministro dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo tramite atti di sindacato ispettivo da presentarsi in Parlamento,mentre la Commissione di Controllo continuerà la sua azione volta all’opportuno chiarimento della vicenda. Se esistono responsabilità a tutti i livelli, queste vanno accertate e per questo certamente intendo arrivare sino in fondo”, conclude Lorenzo Rosso.