E chede massima chiarezza alla banca
Cari Colleghi,
con riferimento alle note e tristi vicende riguardanti il nostro Monte, riteniamo utile fornire alcuni elementi di riflessione con l’obbiettivo di contribuire a creare la massima chiarezza possibile; lo facciamo volutamente a qualche giorno di distanza rispetto allo “scandalo mediatico” che ha investito la nostra Banca, esploso con la pubblicazione in prima pagina su un quotidiano nazionale delle vicende relative ai derivati ed alle conversazioni telefoniche dell’avv. Mussari che ha ricoperto in ordine di tempo la Presidenza della Fondazione, di MPS e di ABI. Preliminarmente riteniamo doveroso esprimere il nostro apprezzamento ai Colleghi della rete che hanno dimostrato tutta la loro professionalità, il senso di appartenenza e l’attaccamento all’azienda in un momento difficilissimo ed hanno fronteggiato le richieste della clientela, impegnandosi in prima persona, spendendo la propria credibilità, in perfetta solitudine per l’assenza di indicazioni da parte del Top Management almeno in tutta la prima fase dello scandalo.
I noti fatti sono emersi in concomitanza della la fase conclusiva del nostro percorso assembleare, dove abbiamo colto il senso di smarrimento e la rabbia dei Colleghi, giustamente preoccupati per il futuro e fortemente motivati a respingere un progetto aziendale dai contenuti penalizzanti in particolar modo per le esternalizazioni, l’obbligatorietà del Fondo di solidarietà e la cancellazione del CIA.
Le nostre assemblee svoltesi democraticamente, certificate nella rilevazione della presenza dei Colleghi e nel voto, sono state partecipate in maniera massiccia e costruttiva; i Colleghi hanno capito bene il senso dell’accordo e lo hanno rifiutato, non perché spaventati dalla solidarietà, ma perché non risolutivo dei problemi della Bbanca che è stata saccheggiata e mal gestita.
Abbiamo il timore che la vicenda MPS rimanga l’oggetto principale della campagna elettorale e sarebbe auspicabile che la Magistratura facesse luce rapidamente sui fatti, così come sarebbe opportuno e tempestivo l’avvio da parte degli amministratori dell’azione di responsabilità a tutela dei dipendenti , molti dei quali anche piccoli azionisti per aver sottoscritto le azioni con l’utilizzo del proprio TFR.
Nel frattempo sarebbe anche utile che il Management della Banca adottasse una maggior cautela nelle esternazioni per il rispetto dovuto a tutti i colleghi che hanno dimostrato un forte senso di responsabilità ed un attaccamento alla banca, evitando dichiarazioni improprie e superficiali riguardo per esempio l’adesione volontaria al fondo di sostegno al reddito al punto che le domande presentate dai colleghi hanno superato le disponibilità previste. I Colleghi non si possono prendere in giro ed hanno tutti capito che non c’era nessuna volontarietà nell’accordo, dove viene esplicitamente detto che si procederà alla risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro qualora non vengano raggiunti i numeri programmati. Ricordiamo solo che “risoluzione unilaterale” vuol dire licenziamenti. Peraltro riteniamo che un management avveduto avrebbe dovuto preoccuparsi anche nel caso di eccessive domande volontarie ed avrebbe dovuto interrogarsi su questa “VOGLIA DI SCAPPARE ” e non gioire ed esprimere soddisfazione per l’alto numero delle adesioni a conferma della bontà dell’accordo.
Allo stesso modo, la fretta nel concludere l’operazione ed i tempi ristretti per le domande in assenza degli estratti conto contributivi dei potenziali aderenti , hanno determinato una gestione disastrosa dell’operazione al punto a che ancora ad oggi i colleghi non sanno ufficialmente come stanno le cose.
Non riusciamo a comprendere perché fosse così tanto difficile attendere un altro mese almeno
Per non parlare poi del risultato disastroso di questa operazione poco chiara anche riguardo l’incentivo. Anziché fare tutti quei conti strani sull’85% (con differenze reali assai modeste rispetto all’assegno normale del fondo) sarebbe bastato definire in maniera trasparente l’incentivo per permettere ai Colleghi di fare una scelta consapevole (per esempio si poteva dire il 10% in più rispetto all’assegno previsto dal fondo) . Questa mancanza di trasparenza, inoltre, potrebbe comportare un danno generalizzato; infatti qualora un Collega prossimo alla pensione AGO (per esempio nel 2013) abbia evitato la domanda di adesione al fondo, oggi rimane al lavoro e si troverà ad essere escluso per l’alto numero delle richieste pervenute per effetto di tutte le spinte esercitate ad aderire da un accordo capestro. Naturalmente c’è il rischio che vada nel fondo un Collega che matura nel 2016 con inevitabile aggravio di costi per tutti i Colleghi che, ricordiamo, hanno finanziato l’esodo con le 6 giornate di solidarietà, i tagli sul calcolo del TFR ed i riflessi connessi con il contributo al Fondo di previdenza complementare.
Peraltro alcuni i colleghi (anche qui non si capisce con quale criterio) hanno ricevuto la lettera il 28 gennaio ed al 31 gennaio saranno già fuori; a questi Colleghi ci risulta che la banca abbia assicurato l’anticipo di tre mensilità dell’assegno omettendo di specificarne le caratteristiche. Ci auspichiamo che almeno sia infruttifero. Non ci sorprende invece che abbia detto con chiarezza che il Collega deve sottoscrivere l’ordine di addebito per la restituzione, entro il mese di luglio , del suddetto anticipo.
In questa fase sarebbero serviti una maggiore attenzione e rispetto nei confronti dei Colleghi “cacciati” e di tutti i colleghi che osservano e giudicano.
Il Management deve pensare che questi sono i comportamenti che determinano il clima aziendale e la credibilità!!!
In conclusione, riteniamo che l’Azienda, anche alla luce degli ultimi avvenimenti, debba avviare un processo di confronto con TUTTO IL SINDACATO, per rimodulare l’intervento, tenendo conto delle istanze avanzate dai Colleghi che non possono costituire il centro su cui i scaricare i costi di una gestione dissennata. I Colleghi hanno dimostrato di saper reagire con compostezza, responsabilità e professionalità.
Ora tocca alla Banca.
Cordiali saluti
DIRCREDITO MPS – La Segreteria