Quando le inesattezze sono funzionali alla propaganda elettorale
SIENA. La propaganda politica nazionale può anche permettersi qualche inesattezza nel riferirsi ad avvenimenti locali, ma le questioni del Monte dei Paschi sono diventate troppo rilevanti per poterle sorvolare e, negli interventi di Pier Luigi Bersani di questi giorni, vi sono due inesattezze che vanno assolutamente corrette.
La prima è nel passaggio in cui ha affermato che “a volere il ricambio alla guida della banca – ossia il passaggio da Mussari a Profumo-Viola – fu l’ex sindaco di Siena Franco Ceccuzzi”, una frase che vorrebbe far intendere che lo stesso Ceccuzzi avrebbe intuito la necessità di un cambiamento ben prima che scoppiasse lo scandalo. Ma la realtà è un’altra. Va ricordato infatti che era stato proprio Ceccuzzi a volere per due volte la nomina di Mussari a Presidente della Fondazione (2001 e 2005), il suo passaggio a Presidente della Banca e la sua riconferma per un secondo mandato. Dopo averlo tenuto per un decennio al massimo vertice di Montepaschi, Ceccuzzi si è limitato a rispettare le regole del suo partito – contrarie ai “terzi mandati” – decidendo che il suo amico avrebbe potuto ben accontentarsi “soltanto” dell’incarico di Presidente dell’Abi. Sta qui, e non altrove, il vero senso del ricambio di Mussari, concordato con l’interessato, magari anche per la parte concernente la scelta di Profumo.
Ma, non contento, Bersani continua il suo intervento sostenendo che “proprio per questo”, cioè a causa del ricambio effettuato nelle nomine al vertice della Banca, Ceccuzzi sia stato messo in minoranza da sei consiglieri del suo stesso partito provenienti dalla Margherita. Per essere più precisi, Ceccuzzi è stato messo in minoranza anche da un consigliere del PD proveniente dai Ds e da una consigliera riformista, oltre ovviamente ai consiglieri di opposizione, e il motivo è stata la sua ostinazione a pretendere l’approvazione di bilanci comunali irregolari, carichi di debiti e censurati dalla Corte dei Conti anche dopo il risanamento operato dal Commissario prefettizio. Si vede che questo vizio di costruire i bilanci con eccessiva “elasticità” era diventato piuttosto comune nella vita senese.
Pierluigi Piccini