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Sacco: "Una governance indipendente dalla politica"

I compensi del 2013? "25mila euro lordi". E se vinciamo: "Mi trasferisco a Siena"

di Max Brod

SIENA. Il professor Pier Luigi Sacco, direttore della candidatura di Siena a capitale europea della cultura nel 2019 si concede, dopo un incontro pubblico con i giovani delle contrade presso la Fondazione Musei Senesi, in una lunga intervista al Cittadinoonline.it. Lo interroghiamo quindi sul rapporto tra candidatura e politica – scoprendo che presto avremo una governance “indipendente dalla politica” – sulla mancanza di informazioni e comunicazioni che si avverte in questo periodo in città, sulle garanzie di trasparenza del progetto – “nessuna corsia preferenziale” assicura Sacco – sui suoi compensi, e molto altro ancora. 

Prof. Sacco, uno dei grandi temi che in questo momento riguardano la candidatura è il mantenimento di una giusta distanza tra gli organi decisionali e politica, quali sono le garanzie in questo senso?

La Commissione Europea e la giuria fanno delle domande molto precise in merito, sulla base dell’esperienza di altre città che hanno già vinto, nelle quali, dopo la vittoria, c’è stata una specie di “attacco alla diligenza” (da parte della politica, ndr). Quello che viene chiesto è che il progetto abbia una governance che sia indipendente dai condizionamenti politici. Per questo noi dovremmo creare per obbligo una fondazione, entro sei mesi, nella quale la maggioranza decisionale non sarà determinata dalla politica.

Ad oggi 4 città finaliste su 6 hanno pubblicato, sul loro sito, il dossier di candidatura, Siena no, perché?

Perché il nostro è un dossier dal punto di vista tecnico particolarmente innovativo, cioè sviluppa un rapporto tra la cultura e gli altri aspetti della vita economico-sociale che oggettivamente è diverso dal modo in cui hanno lavorato, non solo i nostri concorrenti, ma anche altre città candidate prima di noi. Pubblicarlo adesso, in una fase in cui la gara è ancora in corso, oggettivamente ci danneggerebbe. Ma siccome vogliamo che la popolazione condivida il più possibile tutti gli aspetti del progetto daremo alla comunità, con una serie di incontri, tutte le possibilità di approfondirne i contenuti.

Per quanto riguarda la trasparenza, come saranno scelti i dieci coordinatori dei dieci progetti principali?

Alcuni sono già presenti nell’unità operativa e sono stati scelti quindi con i concorsi che hanno dato origine all’unità. Entro qualche giorno verranno pubblicati dei bandi per le posizioni ancora vacanti, nei quali saranno specificati ovviamente competenze, caratteristiche e titoli necessari per riempire quella posizione.

Un blog cittadino (L’Eretico) alcune settimane fa si poneva degli interrogativi in merito ai compensi del direttore di candidatura, si possono conoscere questi importi?

Assolutamente sì. Io durante il 2013 ho percepito 25mila euro lordi, perché nel primo semestre dell’anno in cui c’era ancora il commissario, l’unico modo per continuare a lavorare sul progetto senza che questi potesse prendere impegni finanziari era quello di donare, di fatto, sei mesi di lavoro. Teniamo conto che questo è un lavoro a tempo pieno, e che alcuni candidati di città che hanno perso hanno preso 200mila euro. Io non considero questo progetto una consulenza, sono qui a fare un lavoro con la comunità e per quanto mi riguarda, lo dico pubblicamente, se noi vinceremo – e la città vorrà – mi trasferirò a Siena. Questa è una città che amo profondamente e per me diventerebbe una grande soddisfazione personale. Ciò non vuol dire che si potrà lavorare con queste condizioni economiche nel secondo anno di candidatura, perché un lavoro a tempo pieno con questi livelli di professionalità non è sostenibile con il suddetto tipo di ammontare; stiamo ragionano con il comitato dei sostenitori sulla contrattualizzazione, ma vi assicuro che parliamo di cifre che rientrano nella media – e molto spesso sotto la media – di quello che prendono la maggior parte dei coordinatori delle altre città candidate o finaliste.

Un altro grande tema è quello della comunicazione, è venuto fuori anche stasera nell’incontro con i giovani delle contrade un difetto comunicativo: la città in questo momento non si sente sufficientemente informata sul progetto. Quali i provvedimenti che prenderete in questo senso?

Teniamo conto del fatto che questa non è una specificità della città, sono processi lunghi per tutti. Noi abbiamo già fatto un lavoro sul mondo dei media locali e vogliamo continuare a farlo ancora di più. Devo anche dire che questo è il momento giusto per farlo, perché prima che maturassero le strutture fondamentali dei progetti, e che superassimo la fase di preselezione, oggettivamente, cominciare a comunicare forse era un po’ prematuro. Adesso il momento è giusto. Ci stiamo organizzando anche per quanto riguarda l’ufficio stampa, non più solo locale, ma anche nazionale.

Dall’ultimo comunicato che lei ha fatto congiuntamente con Valentini – per rispondere alla polemica in merito al Santa Maria della Scala ed Eataly – apprendiamo che il progetto Senae Virgo, che è stato presentato da uno dei membri del comitato scientifico, è ufficialmente entrato a far parte della candidatura. Secondo lei, il fatto che un membro del comitato scientifico proponga e faccia approvare – tra l’altro per primo – un progetto, rappresenta un conflitto d’interessi? E cosa risponderebbe al cittadino preoccupato del fatto che la candidatura possa diventare una lottizzazione fra i membri del comitato?

E’ molto importante capire questo: la filosofia non è assolutamente quella di collezionare progetti qua e là per creare alla fine un minestrone informe che non interessa a nessuno. La ragione per cui questo specifico progetto è entrato all’interno della candidatura è che il tema, tra cultura e patrimonio digitale, è uno dei temi centrali. Oggettivamente il dipartimento delle humanities della nostra università è di eccellenza, non solo in Italia, e la digitalizzazione del patrimonio è uno degli obiettivi strategici della Regione Toscana, cosa che ci porta anche ad essere sostenuti da loro in modo importante; per queste ragioni abbiamo pensato che fosse molto importante raccogliere l’idea, che tra l’altro ci connette a tutti i principali musei del mondo che dispongono del patrimonio gotico senese. Ma io vi assicuro che saremo estremamente trasparenti nella composizione del progetto artistico, non ci sarà da questo punto di vista, nessuna corsia preferenziale.

Parliamo di cultura, qual è la sua opinione per quanto riguarda quella parte della cultura senese che è stata affidata ad un appaltatore esterno, Opera Laboratori Fiorentini? Cosa ne pensa del tipo di operazione, e come intende relazionarsi con questi soggetti?

Qui si tocca un problema abbastanza delicato, non solo senese, ma nazionale, che è il rapporto pubblico-privato legato alla cultura. Noi partiamo dal fatto che esiste questa relazione che è stata creata con un soggetto esterno in modo amministrativamente legittimo, e quindi non possiamo mettere in discussione il rapporto. Io mi aspetto che anche con questo tipo di soggetto si possa avere un’interazione costruttiva, senza però avere rendite di posizione, cioè senza trovarci di fronte ad un progetto di lungo termine. Quando questo rapporto andrà a scadenza, noi cercheremo di fare in modo – se il progetto Siena 2019 sarà ancora in piedi – che ci sia uno sviluppo ulteriore e possibili partnership in questa direzione.

Quindi non la vede come una possibilità che danneggia il panorama di gestione culturale a Siena?

Diciamo che questa è una prassi che nelle città di patrimonio italiano è piuttosto generalizzata. Non è che io dia una risposta sì o no, basata semplicemente sulla scelta, è una valutazione che potremmo dare a seconda del dialogo che si creerà o che non si creerà con questo soggetto.

Qualche tempo fa una parte della città aveva proposto di inserire all’interno del progetto il prof. Mario Ascheri, che fine ha fatto quella proposta?

Credo sia una proposta perfettamente legittima, noi stiamo adesso riorganizzando il progetto per la seconda fase di candidatura, abbiamo un organo che è quello del comitato scientifico, e questa è effettivamente una proposta che si può prendere in considerazione.

Perché la candidatura è utile anche nella prospettiva in cui non andremo a vincere il titolo?

Perché la candidatura ha un grande pregio, che è quello di permetterci di progettare a grande distanza nel tempo. Il poter lavorare su un progetto a lungo termine – con partner europei che in molti casi sono interessati a noi non “se vinciamo”, ma per quello che siamo – può veramente diventare un importantissimo canale anche di rinascita economica e sociale della città. E’ per questa ragione che stiamo chiedendo alla Regione di assicurarci comunque un margine di finanziamento anche nel caso in cui non fossimo insigniti del titolo.

Cosa è previsto per il prossimo evento mensile sulla candidatura, il 19 febbraio?

E’ un evento dedicato agli studenti, quindi ci saranno tutta una serie di iniziative –  anche legate all’open day – che avverranno nei luoghi di aggregazione e di socialità degli studenti, e permetteranno di approfondire lo spirito della candidatura senza che siano gli studenti a cercare noi: saremo noi ad andare da loro.

In uno dei suoi incontri pubblici lei ha raccontato di ricevere un grande riscontro positivo, all’esterno di Siena, nel promuovere la città. Quali le sue impressioni in merito?

E’ un piccolo straordinario mistero quanto questa città riesca veramente a colpire l’immaginario globale. Per farle un esempio di qualche giorno fa, nella serie americana di maggior culto in questo momento, The Blacklist, sull’emittente NBC , il protagonista principale in un monologo – subito diventato famoso – immaginando le 7 cose che vorrebbe fare prima di morire, mette al primo posto: “tornare in Piazza del Campo durante il Palio” (guarda il video). Questo è solo un piccolo esempio di una situazione che si ripete continuamente. Microsoft, ad esempio, sta lanciando adesso un nuovo progetto sulle app customizzabili dagli utenti, e lo chiama “progetto Siena”. Evidentemente forse non ci rendiamo conto neanche noi di quanto questa città è riuscita ad entrare nell’immaginario di tutti i cittadini del mondo.

(Guarda la videointervista)

max.brod@hotmail.it

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