COLLE VAL D'ELSA. Dal Comitato Abbadia Giù le mani dal parco riceviao e pubblichiamo.
"Il Comitato Abbadia Giù le mani dal parco sarà parte civile nel processo penale per l’abuso edilizio ed il reato ambientale perpetrati nella realizzazione del nuovo centro islamico a Colle.
Osteggiati e costantemente delegittimati da una amministrazione comunale che per questi lunghi sei anni non ha minimamente tenuto in considerazione gli interessi e le ragioni di parte della sua cittadinanza residente nel quartiere, finalmente i cittadini della Badia si sono visti legittimare da un Tribunale che ha riconosciuto nel comitato, un soggetto portatore di un interesse diretto nella vicenda moschea, avente svolto in modo pieno, legittimo e assiduo attività aderenti al territorio e finalizzate al rispetto di un ambiente che, con la costruzione della moschea, è stato devastato e duramente messo a repentaglio.
A niente sono servite le eccezioni sollevate dalle difese degli imputati, fortemente contrari alla presenza del comitato nel processo penale: il Tribunale di Poggibonsi, aderendo alla giurisprudenza ormai pacifica in ordine alla legittimazione a costituirsi parti civili in favore delle associazioni ambientaliste anche non riconosciute, ha visto nel comitato una figura che può stare in giudizio in modo legittimo.
A gennaio del 2011 il processo riprenderà il suo corso e inizieranno ad essere sentiti i primi testimoni della Procura.
Non sappiamo quale sarà la sorte e l’esito del processo e se si concluderà in senso favorevole, ovvero con il riconoscimento della penale responsabilità dei quattro imputati o se invece saranno mandati assolti.
Quello che è certo è che finalmente anche al Comitato del parco di San Lazzaro è stata data la parola e in una sede autorevole come il tribunale potrà far valere le sue ragioni ed i suoi interessi, cosa che il Comune non ci ha mai concesso.
Ed infine farà sorridere sapere che la richiesta di risarcimento del danno che è stata inoltrata dal Comitato è pari ad 1 euro, proprio a dimostrazione che il nostro intento è quello di vedere salvaguardato l’ambiente in ogni suo aspetto e profilo e non di chiedere dei soldi a chi dovesse essere condannato.
Non è nel nostro interesse di avere dei soldi da chi ci ha distrutto un ambiente verde e salubre per realizzare un bunker di cemento, bensì vogliamo che se qualcuno ha commesso un reato, per questo paghi con la condanna che il Tribunale vorrà infliggergli.
E tutto ciò anche in nome di quella trasparenza e legalità che la comunità islamica e il Comune ci hanno sempre declamato e che MAI è stata rispettata".
"Il Comitato Abbadia Giù le mani dal parco sarà parte civile nel processo penale per l’abuso edilizio ed il reato ambientale perpetrati nella realizzazione del nuovo centro islamico a Colle.
Osteggiati e costantemente delegittimati da una amministrazione comunale che per questi lunghi sei anni non ha minimamente tenuto in considerazione gli interessi e le ragioni di parte della sua cittadinanza residente nel quartiere, finalmente i cittadini della Badia si sono visti legittimare da un Tribunale che ha riconosciuto nel comitato, un soggetto portatore di un interesse diretto nella vicenda moschea, avente svolto in modo pieno, legittimo e assiduo attività aderenti al territorio e finalizzate al rispetto di un ambiente che, con la costruzione della moschea, è stato devastato e duramente messo a repentaglio.
A niente sono servite le eccezioni sollevate dalle difese degli imputati, fortemente contrari alla presenza del comitato nel processo penale: il Tribunale di Poggibonsi, aderendo alla giurisprudenza ormai pacifica in ordine alla legittimazione a costituirsi parti civili in favore delle associazioni ambientaliste anche non riconosciute, ha visto nel comitato una figura che può stare in giudizio in modo legittimo.
A gennaio del 2011 il processo riprenderà il suo corso e inizieranno ad essere sentiti i primi testimoni della Procura.
Non sappiamo quale sarà la sorte e l’esito del processo e se si concluderà in senso favorevole, ovvero con il riconoscimento della penale responsabilità dei quattro imputati o se invece saranno mandati assolti.
Quello che è certo è che finalmente anche al Comitato del parco di San Lazzaro è stata data la parola e in una sede autorevole come il tribunale potrà far valere le sue ragioni ed i suoi interessi, cosa che il Comune non ci ha mai concesso.
Ed infine farà sorridere sapere che la richiesta di risarcimento del danno che è stata inoltrata dal Comitato è pari ad 1 euro, proprio a dimostrazione che il nostro intento è quello di vedere salvaguardato l’ambiente in ogni suo aspetto e profilo e non di chiedere dei soldi a chi dovesse essere condannato.
Non è nel nostro interesse di avere dei soldi da chi ci ha distrutto un ambiente verde e salubre per realizzare un bunker di cemento, bensì vogliamo che se qualcuno ha commesso un reato, per questo paghi con la condanna che il Tribunale vorrà infliggergli.
E tutto ciò anche in nome di quella trasparenza e legalità che la comunità islamica e il Comune ci hanno sempre declamato e che MAI è stata rispettata".