"La Fondazione resti nella banca, ma diversifichi"
SIENA. Enrico Granata, neo-provveditore (direttore generale) della Fondazione Mps, ha incontrato i giornalisti a palazzo Sansedoni (guarda il video). ”La Fondazione ha un grande prestigio in Italia e anche nel mondo, una storia ma anche una prospettiva di un ruolo importante da consolidare nella città e nel territorio. Il lavoro è complesso, la situazione è difficile, ma io credo che ci siano le premesse per fare un buon lavoro e per consolidare il ruolo della Fondazione con la prospettiva del mantenimento di un rapporto con la banca Mps ma in un contesto rivisitato e soprattutto per corroborare le funzioni di supporto al territorio. Sarà necessario un grande sforzo, ma confido che ci sarà un futuro migliore”, ha concluso.
Per quanto riguarda le eventuali dimissioni dei vertici della banca, il provveditore ha affermato: “Noi confidiamo che i vertici della banca Mps rimangano al loro posto, se ci sarà una condizione diversa si affronterà”‘. Granata non è preoccupato dai rapporti con la conferitaria, dopo lo stop in assemblea all’aumento di capitale a gennaio: ”Non so se i rapporti con la banca sono tesi – ha detto – i rapporti con la banca ci sono sempre stati e ci saranno e quindi credo che ci siano tutte le premesse per un dialogo e per proseguire insieme”. Sulla eventualità che la banca impugni la delibera approvata in assemblea, si è limitato ad un “Vedremo quello che accade”.
”Sto vedendo i dossier – ha detto, parlando del proprio lavoro nell’immediato – tutto è molto serrato per essere immediatamente operativo”. ”Il percorso non è breve ma nemmeno troppo lungo, tutto va fatto nella tempistica disegnata dagli organi di governo della Fondazione. Bisogna affrontare i problemi con celerità e con intensità perché il percorso che ci aspetta deve essere compiuto senza perdite di tempo ma questo non è nella realtà delle cose. I tempi sono implicitamente dati dalla proposta che la Fondazione ha portato all’attenzione dell’assemblea, con il percorso che vede l’aumento di capitale dopo la meta’ di maggio. E’ chiaro – puntualizza – che in questo periodo la Fondazione dovrà trovare le misure e attuare gli interventi disegnati per rivedere la propria partecipazione nella banca”.
“Sono qui per gestire le decisioni e gli indirizzi assunti, che possono cambiare nel tempo, ma che oggi sono stati enunciati con molta chiarezza”. Nessun commento sui rumors a proposito di un intervento del sistema delle Fondazioni per rilevare parte delle quote detenute da Palazzo Sansedoni: ”So quello che ho letto sulla stampa, non ho nulla da dire”, afferma il Dg.
Il neo-provveditore della Fondazione, a proposito della partecipazione in banca Mps, ha affermato: “Un legame penso che debba rimanere, è importante che la Fondazione rimanga azionista della banca, ma deve diversificare il proprio patrimonio, questa è una esigenza ineludibile per evitare una situazione di concentrazione eccessiva su una partita”.
Per quanto riguarda le eventuali dimissioni dei vertici della banca, il provveditore ha affermato: “Noi confidiamo che i vertici della banca Mps rimangano al loro posto, se ci sarà una condizione diversa si affronterà”‘. Granata non è preoccupato dai rapporti con la conferitaria, dopo lo stop in assemblea all’aumento di capitale a gennaio: ”Non so se i rapporti con la banca sono tesi – ha detto – i rapporti con la banca ci sono sempre stati e ci saranno e quindi credo che ci siano tutte le premesse per un dialogo e per proseguire insieme”. Sulla eventualità che la banca impugni la delibera approvata in assemblea, si è limitato ad un “Vedremo quello che accade”.
”Sto vedendo i dossier – ha detto, parlando del proprio lavoro nell’immediato – tutto è molto serrato per essere immediatamente operativo”. ”Il percorso non è breve ma nemmeno troppo lungo, tutto va fatto nella tempistica disegnata dagli organi di governo della Fondazione. Bisogna affrontare i problemi con celerità e con intensità perché il percorso che ci aspetta deve essere compiuto senza perdite di tempo ma questo non è nella realtà delle cose. I tempi sono implicitamente dati dalla proposta che la Fondazione ha portato all’attenzione dell’assemblea, con il percorso che vede l’aumento di capitale dopo la meta’ di maggio. E’ chiaro – puntualizza – che in questo periodo la Fondazione dovrà trovare le misure e attuare gli interventi disegnati per rivedere la propria partecipazione nella banca”.
“Sono qui per gestire le decisioni e gli indirizzi assunti, che possono cambiare nel tempo, ma che oggi sono stati enunciati con molta chiarezza”. Nessun commento sui rumors a proposito di un intervento del sistema delle Fondazioni per rilevare parte delle quote detenute da Palazzo Sansedoni: ”So quello che ho letto sulla stampa, non ho nulla da dire”, afferma il Dg.
Il neo-provveditore della Fondazione, a proposito della partecipazione in banca Mps, ha affermato: “Un legame penso che debba rimanere, è importante che la Fondazione rimanga azionista della banca, ma deve diversificare il proprio patrimonio, questa è una esigenza ineludibile per evitare una situazione di concentrazione eccessiva su una partita”.
”Bisogna – ha detto ancora – ritrovare modalità di redditività del patrimonio che consentano di fare il lavoro da Fondazione bancaria, in cui il termine ‘bancaria’ ci ricordi la genesi della Fondazione ma non sia determinante nell’azione e nel posizionamento della Fondazione stessa”.
(Foto e video di Max Brod)
(Foto e video di Max Brod)