SAN GIMIGNANO. “Continuare a non affrontare con efficacia le problematiche inerenti la casa di reclusione e sottovalutare i conseguenti e ripetuti episodi di violenza fra detenuti potrebbe portare a situazioni ancora più gravi, che ci auguriamo di poter evitare”. È quanto si legge in una lettera inviata al ministro Alfano dalla deputata Pd Susanna Cenni sulla casa di reclusione di Ranza, nel comune di San Gimignano. Una lettera, sottoscritta anche dal deputato Franco Ceccuzzi, per denunciare ancora una volta la ormai cronica carenza di personale di polizia penitenziaria, il sovraffollamento di detenuti – circa 300 rispetto ad una capienza regolamentare di 237 – oltre ai ben noti problemi strutturali, soprattutto di carattere ambientale ed igienico.
Una lettera inviata “dopo aver presentato numerose interrogazioni che ad oggi restano in gran parte senza alcuna risposta”, per richiamare l’attenzione del ministro su problemi che rendono “insostenibile la corretta direzione della casa di reclusione”, come ribadito nei giorni scorsi dalla direttrice della struttura Rita Barbera, e dopo le numerose occasione di incontro tra i parlamentari, le istituzioni e le organizzazioni sindacali.
“Negli ultimi mesi – si legge nella lettera – si sono verificati gravi episodi (l’ultimo dei quali lo scorso 3 giugno) che mettono a repentaglio la sicurezza, oltre che degli stessi reclusi, anche del personale di polizia penitenziaria che, a causa della carenza di organico, non è più in grado di garantire adeguatamente la sicurezza e la disciplina all’interno dei reparti. Un clima incandescente e un contesto divenuto molto pesante, più volte denunciato dalle istituzioni locali e dalle organizzazioni sindacali e oggetto di interrogazioni parlamentari presentate nei mesi scorsi da me e dal collega Franco Ceccuzzi”.
“Nei mesi scorsi – si legge ancora nella lettera – Massimo De Pascalis del dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria si era impegnato per l’assunzione anticipata di 21 agenti. Numeri di per sé non sufficienti, e comunque quasi annullati da trasferimenti e pensionamenti. Le istituzioni locali sono attente e stanno facendo tutto quanto nelle loro possibilità, ma risulta evidente come, sui temi della dotazione di personale, solo il ministero e la direzione dell’amministrazione penitenziaria possano fornire fattive e concrete risposte”.
Una lettera inviata “dopo aver presentato numerose interrogazioni che ad oggi restano in gran parte senza alcuna risposta”, per richiamare l’attenzione del ministro su problemi che rendono “insostenibile la corretta direzione della casa di reclusione”, come ribadito nei giorni scorsi dalla direttrice della struttura Rita Barbera, e dopo le numerose occasione di incontro tra i parlamentari, le istituzioni e le organizzazioni sindacali.
“Negli ultimi mesi – si legge nella lettera – si sono verificati gravi episodi (l’ultimo dei quali lo scorso 3 giugno) che mettono a repentaglio la sicurezza, oltre che degli stessi reclusi, anche del personale di polizia penitenziaria che, a causa della carenza di organico, non è più in grado di garantire adeguatamente la sicurezza e la disciplina all’interno dei reparti. Un clima incandescente e un contesto divenuto molto pesante, più volte denunciato dalle istituzioni locali e dalle organizzazioni sindacali e oggetto di interrogazioni parlamentari presentate nei mesi scorsi da me e dal collega Franco Ceccuzzi”.
“Nei mesi scorsi – si legge ancora nella lettera – Massimo De Pascalis del dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria si era impegnato per l’assunzione anticipata di 21 agenti. Numeri di per sé non sufficienti, e comunque quasi annullati da trasferimenti e pensionamenti. Le istituzioni locali sono attente e stanno facendo tutto quanto nelle loro possibilità, ma risulta evidente come, sui temi della dotazione di personale, solo il ministero e la direzione dell’amministrazione penitenziaria possano fornire fattive e concrete risposte”.