I dati presentati dall'Unione Inquilini: "E' la seconda in Toscana per esecuzioni"

“Ai dati del 2012 – aggiunge – perviene che su Siena e provincia ci siano 119.778 famiglie, con 335 sfratti esecutivi in corso. Una media di 1 famiglia su 358. Ma questo dato è al lordo, da ricondurre al netto delle famiglie affittuarie. Su Siena il totale delle richieste per gli alloggi popolari è di 1058, con 976 aventi diritto. Ma solo 293 assegnatari. Questi dati sono relativi alla graduatoria del 2011. Sinonimo di quanto aumenta in modo considerevole l’emergenza abitativa”.
Lepore mostra che la tendenza in Toscana non è certo più rosea. “In toscana la situazione è tra le più gravi in Italia, essendo la seconda regione in Italia per frequenza di sfratti.La Toscana ha una media di sfratti di 1 famiglia su 274, peggiore solo dopo il Lazio. Questi dati sono al lordo, cioè non si riferiscono solo a famiglie affittuarie. In Toscana i provvedimenti di sfratto emessi nel 2012 sono 5502 per morosità incolpevole, a fronte di 13876 richieste. Il totale degli sfratti eseguiti sono 3023”.
All’incontro era anche presente Vincenzo VBalatti, presidente della Rete di Solidarietà di Siena, e del Movimento per la Casa. “A confronto – aggiunge – con le altre province toscane Siena rivela purtroppo le pesanti contraddizioni di una provincia, che figura al secondo posto dopo Prato per il numero di sfratti per morosità, in proporzione alla popolazione e al numero di abitazioni in affitto. Dati del rapporto dell’Osservatorio sociale regionale realizzato dai ricercatori Asel disponibile sul sito web della Regione Toscana”.
“Quello che seriamente preoccupa – spiega Balatti – è l’ampliamento in questi ultimi anni della componente sociale della domanda abitativa, dalle famiglie a basso reddito a quelle numerose, a queste si aggiunge l’impatto della nuova figura, quella del disoccupato e delle giovani coppie”. Scarse se non nulle – precisa – “le politiche abitative per arginare questo fenomeno da parte delle istituzioni sia comunali che regionali. Il protocollo di intesa del Patto per L’abitare da noi proposto (Movimento per il diritto all’abitare) nel 2005 e firmato e sottoscritto da tutte le componenti sociali compreso l’allora amministrazione comunale è stato in questi anni accantonato e disatteso”, aggiunge Balatti.
“Esso in cifre prevedeva la realizzazione in 5 anni di circa 800 posti in case dello studente e 1500 in altre strutture «con l’attivazione di risorse private» privilegiando il canone concertato. Nel patto – insiste – poi vi era un impegno preciso da parte dell’allora amministrazione comunale: che nel piano strutturale del Comune di Siena fosse prevista «la piena soddisfazione del fabbisogno abitativo relativa anche alla crescita della popolazione residente». Dando corso per prima cosa agli interventi previsti dal protocollo firmato anche con la fondazione Mps e quello con Siena Casa Spa. Di realizzare almeno 300 alloggi in città a canone concordato dal 2005 al 2010. Nulla di tutto questo in 8 anni è stato fatto. Penso alle oltre 600 famiglie in graduatoria che da oltre otto anni sono in attesa di una casa popolare. Lo ritengo scandaloso”. Adesso il patto per “l’abitare va ripreso e in più ci vuole un accordo per recuperare all’utilizzo gli immobili sfitti” chiede Balatti alle istituzioni.
La proposta: “Penso a un confronto con i proprietari, i loro rappresentanti per stabilire una linea comune in un momento di crisi dove è a rischio la tenuta sociale. E poi serve un accordo, a livello nazionale o locale, per bloccare gli sfratti”. La realtà “drammatica che le famiglie stanno vivendo – spiega – per via della crisi che ha colpito anche la provincia di Siena, ha ampliato l’area del disagio abitativo rendendo la situazione più complessa. Facendo emergere un’ampia area grigia della popolazione, che pur disponendo di un reddito non riesce a sostenere le spese dell’abitazione: famiglie a basso reddito (giovani soli, giovani coppie, immigrati, ecc.) e famiglie di grandi dimensioni. E, soprattutto, la nuova figura del disoccupato. La componente straniera rappresenta inoltre, per la debolezza che contraddistingue qualsiasi popolazione immigrata, un elemento di ulteriore criticità”.
Gli sfratti per morosità incolpevole e cioè per la perdita di lavoro o fonti di reddito sono cresciuti negli ultimi anni in maniera esponenziale nella nostra provincia portando Siena al secondo posto nella triste graduatoria del disagio abitativo in toscana, con oltre 500 sfratti esecutivi .
Lo sfrattato “tipo” è un padre o una madre di famiglia (spesso con figli a carico), che ha perso il lavoro, non sostiene più i costi della famiglia stessa scivolando pericolosamente nella marginalità. Un’aggravante può essere quella di non essere cittadino italiano, con famiglia a carico, reti sociali più deboli, problemi sulla regolarità del soggiorno. Molto preoccupante la forte e crescente presenza di giovani coppie, che non riescono più a sostenere il mutuo e che oltre a perdere la casa finiscono per ritrovarsi nella difficile condizione di ritornare nella famiglia di origine, mettendo a rischio la vita stessa della coppia. Difficilmente, invece, si trovano tra gli sfrattati i pensionati, una categoria non certo economicamente forte, ma con un’entrata sicura.
Possiamo individuare tre percorsi successivi allo sfratto. Il primo, relativo per lo più alle situazioni di disagio familiare o di donne sole con figli, vede la presa in carico da parte dei servizi sociali. Il secondo, riguardante soprattutto cittadini italiani e giovani coppie, vede il ritorno nel migliore dei casi, di queste persone nella famiglia di provenienza, altrimenti sono per strada. Il terzo, che interessa per lo più stranieri e italiani con scarso capitale sociale e pochi strumenti alternativi per gestire la situazione di crisi, apre invece scenari di disagio grave, con un incremento dei casi di coloro che finiscono nello stato di marginalità.
Considerando gli ultimi bandi di assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica emessi a Siena, alla richiesta di accesso sempre crescente corrisponde una disponibilità complessiva del patrimonio insufficiente a soddisfarla. Il patrimonio di edilizia pubblica della Provincia di Siena rispetto alle dimensioni del territorio e ai problemi sociali è un numero assai basso rispetto al reale fabbisogno.