COLLE DI VAL D'ELSA. Nella notte tra il nove ed il dieci luglio il presidio del Comitato Giù le mani dal parco è stato oggetto di gravi atti vandalici da parte di ignoti. Sono state spezzate le aste delle bandiere, strappate totalmente i drappi di stoffa; tagliati gli striscioni issati con tondini di ferro, abbattuto il crocifisso.
Le autorità competenti sono già state interessate e stanno già compiendo le opportune attività d’indagine, al fine di individuare il responsabile di questo atto.
E’ indubbiamente un gesto gravissimo, che reca in sé molti significati. Il presidio infatti è stato realizzato oltre tre anni fa e, al di là di qualche gesto o azione lievemente vandalica, seppur importante, mai era accaduto che ogni cosa fosse strappata, tagliata e distrutta, proprio con lo scopo precipuo di non utilizzare più niente di quello che c’era.
Siamo rimasti veramente scossi da questa azione violenta, forte e offensiva verso quei valori, quei principi di rispetto e di libertà di espressione del proprio pensiero, fondamentali in uno stato democratico e verso quelle stesse persone che il nostro Comitato ha sempre rappresentato. E inevitabilmente non può non tornare in mente quella lettera che il nostro Sindaco ha inviato a tutti i cittadini di Colle, dove testualmente definisce il presidio come una “baracca abusiva, costruita su area privata, le cui autorizzazioni sono molto dubbie”.
Che cosa possono aver scatenato quelle parole non è dato saperlo, ma è davvero una casualità che, a seguito di quell’affermazione denigratoria e infamante verso il presidio, si sia stato compiuto, dopo un po’ di giorni, questo grave atto vandalico?
E non solo. In quella stessa lettera il sindaco si scusava per non aver fatto prima i dovuti controlli. Potremmo a questo punto comunicargli che qualcuno l’ha fatto per lui, distruggendo tutto quello che ha rinvenuto nel presidio.
Temiamo che possa essere stato un gesto da parte di qualcuno che forse, si sia sentito autorizzato a buttare giù il presidio, che era stato definito come una baracca abusiva. Ed allora, come si possono lanciare messaggi di sicurezza e tranquillità, ostentare certezza e fiducia agli altri, nelle sedi istituzionali, quando poi si fanno proclami, denigrando e infamando un presidio, facendo così passare un messaggio di assoluta insicurezza e di legittimazione a compiere gesti di tale gravità.
Si è predicato bene, ma alla fine qualcuno ne sta pagando le conseguenze.
Cosa dovremo aspettarci ancora? Certamente continueremo ad andare avanti nella nostra battaglia, agendo in assoluta legalità e nel rispetto dei principi di democraticità che ci hanno sempre contraddistinto, alla faccia di chi ci ha sempre accusato di agire al solo scopo di creare paura, insicurezza e sfiducia nella gente. Questo atto è la riprova che non siamo noi a lanciare questi messaggi.
Le autorità competenti sono già state interessate e stanno già compiendo le opportune attività d’indagine, al fine di individuare il responsabile di questo atto.
E’ indubbiamente un gesto gravissimo, che reca in sé molti significati. Il presidio infatti è stato realizzato oltre tre anni fa e, al di là di qualche gesto o azione lievemente vandalica, seppur importante, mai era accaduto che ogni cosa fosse strappata, tagliata e distrutta, proprio con lo scopo precipuo di non utilizzare più niente di quello che c’era.
Siamo rimasti veramente scossi da questa azione violenta, forte e offensiva verso quei valori, quei principi di rispetto e di libertà di espressione del proprio pensiero, fondamentali in uno stato democratico e verso quelle stesse persone che il nostro Comitato ha sempre rappresentato. E inevitabilmente non può non tornare in mente quella lettera che il nostro Sindaco ha inviato a tutti i cittadini di Colle, dove testualmente definisce il presidio come una “baracca abusiva, costruita su area privata, le cui autorizzazioni sono molto dubbie”.
Che cosa possono aver scatenato quelle parole non è dato saperlo, ma è davvero una casualità che, a seguito di quell’affermazione denigratoria e infamante verso il presidio, si sia stato compiuto, dopo un po’ di giorni, questo grave atto vandalico?
E non solo. In quella stessa lettera il sindaco si scusava per non aver fatto prima i dovuti controlli. Potremmo a questo punto comunicargli che qualcuno l’ha fatto per lui, distruggendo tutto quello che ha rinvenuto nel presidio.
Temiamo che possa essere stato un gesto da parte di qualcuno che forse, si sia sentito autorizzato a buttare giù il presidio, che era stato definito come una baracca abusiva. Ed allora, come si possono lanciare messaggi di sicurezza e tranquillità, ostentare certezza e fiducia agli altri, nelle sedi istituzionali, quando poi si fanno proclami, denigrando e infamando un presidio, facendo così passare un messaggio di assoluta insicurezza e di legittimazione a compiere gesti di tale gravità.
Si è predicato bene, ma alla fine qualcuno ne sta pagando le conseguenze.
Cosa dovremo aspettarci ancora? Certamente continueremo ad andare avanti nella nostra battaglia, agendo in assoluta legalità e nel rispetto dei principi di democraticità che ci hanno sempre contraddistinto, alla faccia di chi ci ha sempre accusato di agire al solo scopo di creare paura, insicurezza e sfiducia nella gente. Questo atto è la riprova che non siamo noi a lanciare questi messaggi.
Il Presidente del Comitato e Consigliere Comunale
Letizia Franceschi
Il Consigliere Comunale
Leonardo Fiore