Ma su quali basi solide vuole costruire il futuro di siena l'ex sindaco dimissionario?
SIENA. Era più che palese che Franco Ceccuzzi viveva con sofferenza la qualifica di “semplice cittadino” acquisita dopo il suo abbandono della carica di Sindaco di Siena e non stupisce che, appena riappropriatosi di un ruolo politico, quello di “candidato alle primarie del centrosinistra per la carica di sindaco”, ne abbia subito approfittato per diramare un comunicato prendendo a pretesto l’indagine annuale del Il Sole 24Ore sulla qualità della vita nelle provincie italiane.
“Siena è ancora seconda”, ha esultato Ceccuzzi evitando, in un colpo solo, di precisare che si sta parlando di una graduatoria cittadina e di ricordare che, in passato, siamo spesso stati al vertice di questa classifica. Come ha evitato di ammettere che, per diversi parametri, la ricerca premia aspetti ecologici e ambientali che la nostra provincia possiede da sempre e che, fortunatamente, non è riuscita ancora a distruggere ed ha glissato sul fatto che la sua breve amministrazione non ha avuto certo il modo di migliorarli.
Per altri indicatori, quelli sull’economia o sul livello della rete sociale, non vedo poi cosa ci sia da entusiasmarsi se il nostro territorio svetta sul resto del Paese dopo un decennio in cui abbiamo “goduto” di oltre un miliardo di euro di erogazioni della Fondazione Monte Paschi, l’epoca della “droga facile” che ha annebbiato la nostra comunità fin quando non è stato “bruciato tutto” e ci siamo trovati a dover fare i conti con una impressionante “crisi di astinenza” che, purtroppo, ancora non si è manifestata in tutte le sue componenti.
Il comunicato di Ceccuzzi, per la verità, cerca di mantenersi a debita distanza dall’esaltazione della sua ultima campagna elettorale ed ammette l’esistenza della crisi locale anche se, ovviamente e come sempre, non fa il minimo cenno alle pesanti responsabilità del gruppo dirigente che lui stesso ha costruito e diretto fino a ieri. Non fino ad oggi, ci viene da pensare, visto l’esito locale delle recenti primarie che hanno platealmente messo in minoranza il candidato da lui sostenuto, Pierluigi Bersani, sia a Siena che in quasi tutti i comuni della provincia, comprese le più coriacee “roccaforti rosse” e le aree territoriali che, nel passato, avevano fatto la fortuna politica di Ceccuzzi.
Ma il “sindaco dimesso” pare non preoccuparsi di questa sua dimostrazione di debolezza e di perdita di rappresentanza nel centrosinistra e lancia una sfida “al buio” a chi oserà eventualmente contrastarlo nella ricandidatura alle prossime elezioni comunali. Ma la sua sfida, per come sorvola sui problemi politici e amministrativi della città, è anche all’intelligenza dei senesi. Proprio nei giorni che pubblica la graduatoria di cui parliamo, lo stesso Sole 24Ore commenta preoccupato le vicende patrimoniali del Monte e della Fondazione, compresa l’eventualità di una nazionalizzazione della Banca, e conclude informando del declassamento, da parte di Moody’s, della capacità del Comune di Siena di far fronte ai debiti. Una cattiva pagella che ha un costo a carico di noi tutti perché il Comune, i cui bilanci Ceccuzzi non è riuscito a normalizzare, di debiti ne ha molti (soltanto i Boc rispalmati da Laudanna nei prossimi otto anni si è visto che superavano i 33 milioni di euro); e quando si viene declassati bisogna pagare interessi ben più cari sui debiti a tassi variabili e sugli eventuali nuovi mutui. E’ questa la “base solida” sulla quale Ceccuzzi ci invita a ricostruire tutti insieme il futuro di Siena? Ed è semplificabile con l’auspicio di un accordo sindacale il risanamento di una situazione difficile come quella che si sta vivendo al Monte dei Paschi? Su questo aspetto Ceccuzzi dimostra di non ascoltare nemmeno Profumo, il Presidente che egli ha voluto alla guida della Banca, il quale, annunciando che le necessità di “Monti bond” (gli aiuti richiesti allo Stato che sono sotto i riflettori dell’Unione Europea) sono salite a 3,9 miliardi di euro, ha dichiarato alla stampa di essere certo che la nostra città ha ben compreso “la complessità della situazione di Monte” perché, se ne dubitasse, penserebbe di offenderci. L’invito che facciamo a Ceccuzzi è di agire allo stesso modo e di smetterla di offendere i senesi sul complesso delle vicende senesi.
Pierluigi Piccini