
FIRENZE. Nei giorni scorsi si è tenuta la riunione del Coordinamento Regionale Geotermico della FILCTEM/CGIL. Alla riunione, oltre ai rappresentanti dei lavoratori delle tre province, Pisa, Grosseto e Siena, erano presenti: il responsabile del settore elettrico della Segreteria Regionale, il segretario generale regionale della Filctem/Cgil, i segretari generali della Filctem Cgil delle provincie Pisa, Siena e Grosseto ed il segretario regionale Cgil responsabile del settore energia.
L’argomento principale all’ordine del giorno è stato il rinnovo delle concessioni geotermiche, con la chiusura della negoziazione tra Regione Toscana ed Enel Green Power (EGP), sancito dalla delibera di Giunta Regione Toscana n.167 del 17 Febbraio 2025. I risultati del confronto sono da valutare con estrema attenzione, per comprendere quello che sarà lo sviluppo del settore nei prossimi 20 anni, con particolare riguardo alle ricadute socio economiche nei territori geotermici, tenuto conto della necessità di trovare un giusto equilibrio tra gli interventi a beneficio della Regione Toscana e dei Comuni geotermici e lo sviluppo del parco centrali.
Il Coordinamento Geotermico della Filctem CGIL, prende atto che un giudizio più compiuto ed esaustivo sul piano industriale di EGP, approvato dalla Regione Toscana, potrà essere espresso solo quando saranno resi disponibili tutti gli allegati alla Delibera di Giunta, oggi non accessibili, in attesa che trascorrano 4 mesi, entro i quali potranno essere presentate osservazioni sulla procedura di assegnazione. Ad oggi sono disponibili solo i macro numeri del piano industriale di EGP: ca 3 MM€ di investimenti, di cui ca 400 M€ di ricadute sulla sostenibilità socio economica, ca. 30 M€ all’anno di royalty sulla produzione geotermica da ripartire, in modo proporzionale, tra i Comuni che ospitano le centrali, 65 MW di nuova potenza installata, 28 assunzioni da effettuare in tre anni oltre alla garanzia sul turn over. Da menzionare poi nella delibera di Giunta della Regione Toscana la sollecitazione ad EGP, alle amministrazioni locali e agli stakeholder, per una possibile rimodulazione della produzione geotermica, qualora ne sussistano le condizioni, per ulteriori 140 MW di nuova potenza, con relativi incrementi occupazionali, un elemento questo che, per quanto in sé stesso positivo, al momento vale solo come un auspicio.
Tutto ciò premesso alcune valutazioni si possono comunque già effettuare:
1) Si valuta positivamente la chiusura del confronto che rinnova le concessioni ad EGP, un operatore altamente qualificato, con esperienza pluriennale nel settore, anche internazionale, in grado di esprimere competenze e professionalità di altissimo valore lungo tutta la filiera: ricerca della risorsa geotermica, progettazione, costruzione, esercizio e manutenzione degli impianti geotermici. Si sono così evitati i rischi di una gara internazionale, che avrebbe rappresentato un lungo periodo di incertezza, con ricadute negative sullo sviluppo economico ed occupazionale.
2) Si giudica insufficiente l’obbligo di EGP per 65 MW di nuova potenza, con la costruzione delle centrali PC6, Bagnore 5 e Monterotondo, progetti già in fase avanzata di sviluppo, con certezza della risorsa geotermica e, pertanto, con un rischio di impresa praticamente nullo. Al riguardo è bene osservare che la produzione geotermica nazionale, dal 2016 al 2023 (dati di Terna), si è ridotta di ca. il 10%, passando da 6.29 TWh (nel 2016) a 5.59 TWh (nel 2023). Sarebbe doveroso da parte di EGP spiegare le motivazioni di questo preoccupante derating produttivo, passato nel silenzio più totale da parte dei vari governi e amministratori locali e regionali. La produzione aggiuntiva di energia elettrica attesa con le tre nuove centrali è stimabile tra 0.45-0.55 TWh (assumendo un fattore di utilizzo degli impianti tra 0.8 – 0.9), una quantità comunque insufficiente anche solo rispristinare i livelli produttivi del 2016. Al riguardo preme altresì sottolineare come a livello mondiale (fonte IRENA, International Renewable Energy Agency), negli ultimi 10 anni, la geotermia sia cresciuta ad un ritmo di ca. il 3% all’anno, mentre in Europa lo sviluppo è stato di ca. lo 0.9% all’anno.
Alla luce di tutto questo appare davvero difficile, numeri alla mano, cogliere l’obiettivo di uno sviluppo geotermico in grado di coprire fino al 38% degli attuali consumi elettrici della Toscana. Nel 2023 (fonte Terna) il consumo elettrico della regione Toscana è stato di 18.07 TWh; con gli impianti attuali e con i nuovi 65MW di nuova potenza, la produzione geotermica coprirà solo il 34% dei consumi elettrici regionali. Far crescere la geotermia, anche al solo tasso di sviluppo europeo, avrebbe richiesto di imporre al gestore un obbligo contrattuale di ulteriori 140 MW in 20 anni e non solo 65MW.
3) Il piano nuove assunzioni proposto da EGP, pari a 28 unità in tre anni, non risulta sufficiente poiché, già adesso, sono presenti gravi carenze nell’organico di personale operativo ed impiegatizio, in molte unità, come, ad
esempio, il Laboratorio geotermico, il drilling e lo STAFF e quindi lo riteniamo un dato da approfondire e migliorare. Al riguardo vorremmo ricordare quanto la capofila Enel scrive nel suo sito istituzionale :1 “Lo dicono i dati raccolti dal Gestore dei Servizi Energetici GSE: a parità di potenza installata, il geotermico è il tipo di rinnovabile che determina la maggiore occupazione indotta. In termini quantitativi, si tratta di 34 posti di lavoro per megawatt installato, molto più dei 19 dell’eolico e dei 12 del fotovoltaico”. Ciò detto, riteniamo ragionevole, in riferimento agli addetti diretti, richiedere da EGP di attenersi, come un criterio generale di corretto di dimensionamento degli organici, ad un lavoratore assunto per ogni MW di nuova potenza installata. Si richiede altresì ad EGP di procedere all’immediata assunzione di 65 unità, in luogo delle 28 unità preventivate, e al ripristino delle attuali carenze di organico oggi esistenti, attraverso un serio monitoraggio con le OO.SS. Tali assunzioni dovranno essere fatte attingendo alle graduatorie in essere.
4) Nella proposta di EGP non sono ancora noti i criteri di gara con cui si assegneranno gli appalti e le clausole sociali ivi contenute, anche a salvaguardia dello sviluppo delle imprese locali. I segnali che stanno arrivando da EGP, già durante la fase di negoziazione, sulle procedure di rinnovo degli appalti in scadenza non sono stati affatto incoraggianti e destano serie preoccupazione: ad esempio, il rinnovo della importante gara di appalto, da sempre in carico ad una ditta locale, sulla movimentazione delle biomasse alla centrale in val di Cornia è stata aggiudicata ad una ditta di Brindisi. Altrettanto grave e preoccupante è il progetto aziendale, ancora in fase di valutazione, comunicato ad incontro alle OO.SS, di trasferire una fetta importante del Laboratorio Geotermico ad altre unità di EGP, per potenziare le attività di monitoraggio delle centrali termoelettriche del territorio italiano.
5) Per i motivi sopra esposti riteniamo necessaria la tempestiva convocazione del tavolo regionale sulla geotermia per svolgere gli approfondimenti del caso sul contenuti del piano industriale e sulle tematiche che, come Cgil, avevamo rappresentato nel corso delle riunioni e che, anche a seguito delle proposte del gestore, avevamo inviato alla regione in merito a: salvaguardia dell’ambiente, tutela e aumento dell’occupazione diretta e della filiera dei fornitori locali, sviluppo della produzione da fonti green e sviluppo ed estensione di tecnologie che avessero riflessi positivi sull’ambiente e sulle tariffe per i cittadini come il teleriscaldamento e le CER e sulle quali, al netto di quanto riportato dai giornali, manca un ritorno ufficiale.
FILCTEM – CGIL