"Rappresenta un giudizio negativo sull'operato sul governo locale"
SIENA, Da Ora Siena riceviamo e pubblichiamo.
“Un dato emerge per l’assoluta rilevanza in Toscana e in provincia di Siena dove, salvo marginalissime eccezioni, prevale il voto a Matteo Renzi. In Città, per pochi centesimi di punto, Renzi sfiora la maggioranza assoluta. Non vogliamo dare al voto significati che sono altri, ieri, infatti, si votava per scegliere il Candidato a Premier del centrosinistra e non per un referendum sul gradimento verso il PD e il Centro
sinistra a Siena, in Toscana e nel paese.
Nonostante questa premessa appare comunque chiaro che l?opinione che emerge da una vasta parte dell?elettorato di centro sinistra, oltre al premio a Matteo Renzi, rappresenta un giudizio negativo sul governo degli Enti Locali e sul partito di maggioranza. Verrebbe da dire che la volontà di rottamazione, brutta parola, prevale su tutto. Non facciamo parte della maggioranza, in precedenza silenziosa, che alla prima vera occasione ha espresso con nettezza un giudizio negativo e, a scanso di equivoci, vogliamo aggiungere che la maggioranza di noi ha votato con convinzione Bersani e che lo rifarà al secondo turno. Vogliamo altresì aggiungere che abbiamo l?abitudine di firmare le posizioni che esprimiamo, non certo per coraggio e maturità, che tutti, fino a prova del contrario possono vantare, ma per consolidata abitudine e modo di operare.
Crediamo che il gruppo dirigente del PD dovrebbe fare una seria analisi, il dato sulle cosiddette regioni rosse offre ampi spazi di valutazione e di riflessione, e ci sembrerebbe logico incominciare a interrogarsi sul prosieguo del percorso politico a Siena, in Provincia e in Toscana.
Agire da rottamatori e/o da innovatori, presuppone di avere le caratteristiche per farlo e onestamente non ci sembra che a Siena ci siano, al di là del dato anagrafico che farebbe presupporre il contrario. Qui la ?rottamazione? e la ?discontinuità? sono impregnate di dirigismo, velleitarismo e populismo, miscela esplosiva in una fase politica, economica e sociale grave e difficile da gestire e che richiede un?analisi che vada in profondità, che torni a un lavoro collettivo e che diffidi dei demiurghi, ovunque collocati”.
“Un dato emerge per l’assoluta rilevanza in Toscana e in provincia di Siena dove, salvo marginalissime eccezioni, prevale il voto a Matteo Renzi. In Città, per pochi centesimi di punto, Renzi sfiora la maggioranza assoluta. Non vogliamo dare al voto significati che sono altri, ieri, infatti, si votava per scegliere il Candidato a Premier del centrosinistra e non per un referendum sul gradimento verso il PD e il Centro
sinistra a Siena, in Toscana e nel paese.
Nonostante questa premessa appare comunque chiaro che l?opinione che emerge da una vasta parte dell?elettorato di centro sinistra, oltre al premio a Matteo Renzi, rappresenta un giudizio negativo sul governo degli Enti Locali e sul partito di maggioranza. Verrebbe da dire che la volontà di rottamazione, brutta parola, prevale su tutto. Non facciamo parte della maggioranza, in precedenza silenziosa, che alla prima vera occasione ha espresso con nettezza un giudizio negativo e, a scanso di equivoci, vogliamo aggiungere che la maggioranza di noi ha votato con convinzione Bersani e che lo rifarà al secondo turno. Vogliamo altresì aggiungere che abbiamo l?abitudine di firmare le posizioni che esprimiamo, non certo per coraggio e maturità, che tutti, fino a prova del contrario possono vantare, ma per consolidata abitudine e modo di operare.
Crediamo che il gruppo dirigente del PD dovrebbe fare una seria analisi, il dato sulle cosiddette regioni rosse offre ampi spazi di valutazione e di riflessione, e ci sembrerebbe logico incominciare a interrogarsi sul prosieguo del percorso politico a Siena, in Provincia e in Toscana.
Agire da rottamatori e/o da innovatori, presuppone di avere le caratteristiche per farlo e onestamente non ci sembra che a Siena ci siano, al di là del dato anagrafico che farebbe presupporre il contrario. Qui la ?rottamazione? e la ?discontinuità? sono impregnate di dirigismo, velleitarismo e populismo, miscela esplosiva in una fase politica, economica e sociale grave e difficile da gestire e che richiede un?analisi che vada in profondità, che torni a un lavoro collettivo e che diffidi dei demiurghi, ovunque collocati”.