L'accertamento della GdF avrebbe prodotto il clamoroso risultato
di Red
SIENA. Tecnicamente si chiama PVC: processo verbale di constatazione. Sarebbe nelle mani del presidente Lazzeroni che potrebbe passare alla storia per aver condotto la Mens Sana Basket al fallimento. L’accertamento fatto dalla Guardia di Finanza si sarebbe concluso con esiti sconvolgenti per tutto l’ambiente del basket senese. Pare inoltre che il documento potrebbe già essere in mano anche alla controllante, la Polisportiva Mens Sana, e pare che il suo presidente, Piero Ricci, ieri sera fosse molto preoccupato. La notizia si è diffusa attraverso forum su Internet, e la sostanza sarebbe una probabile multa di 23 milioni di euro a carico della società di basket per irregolarità nella gestione del trattamento economico dei giocatori che sono passati in questi anni da Viale Sclavo. Mancano i dettagli della vicenda, ma la somma potrebbe non essere spropositata, visto che solo dal 2006 ad oggi sarebbero transitati nelle casse della Mens Sana targata Montepaschi oltre 150 milioni di euro e la voce che incide maggiormente nel bilancio sono proprio gli emolumenti degli atleti. Ovviamente siamo solo all’inizio della querelle, la società e i suoi commercialisti potranno opporre le loro controdeduzioni, fornire prove che ridimensionino la portata della cosa, probabilmente poter contestare la sottile differenza che corre nel mondo dello sport tra ingaggio puro e semplice e contratti di immagine. La tegola, come sempre, arriva nel momento sbagliato senza sponsor all’orizzonte, benché la squadra stia volando verso Atene per giocarsi una fetta importante di qualificazione alle Top 16.
I bilanci parlano chiaro: ricavi nel 2010-11 per 19,6 milioni di euro, nel 2011-12 per 15,9. Nel precedente passato bilanci anche più pingui di ricavi, un fiume di denaro che potrebbe aver preso strade, diciamo, sbagliate. E a proposito di bilancio, ecco l’altro grosso problema: quello relativo all’anno 2012-13, quello firmato a metà da Minucci e Lazzeroni (all’inizio del 2013 proprio per questa indagine della Guardia di Finanza Minucci lasciò la presidenza al notaio empolese). Doveva essere approvato entro il 31 ottobre scorso, ma non risulta depositato alla Camera di Commercio. Perché l’assemblea dei Soci che doveva approvarlo ancora non è stata convocata: “siamo alle porte con i sassi”, come si dice a Siena, perché – esauriti gli escamotages legali – il bilancio dev’essere approvato entro il 30 dicembre prossimo. Pare che ci sia un altro buco, dopo quello milionario e inspiegabile del 2011-12, sanato con una opaca operazione di vendita dei diritti di immagine finanziata dal Monte dei Paschi di Mussari. Nell’anno delle ristrettezze annunciate, quello dello scudetto della classe operaia, di Ress, Carraretto, Ortner ed Hackett, si sarebbero spesi fino a due milioni di euro in più del budget. Sulla cifra c’è assoluto riserbo e i bilanci, secondo le leggi italiane, possono essere “stirati” (entro certi limiti) nel verso che si desidera: finché non sarà convocata l’assemblea che lo deve approvare, qualsiasi numero si scriva può essere smentito… senza tema di smentita. Ma si pensa che la cifra potrebbe corrispondere grosso modo agli emolumenti percepiti (benefit e carte di credito comprese) dai vertici societari: meno male che si predicavano agli altri ristrettezze e basso profilo!