Prima tappa dell
SIENA. “Le Invasioni Digitali sono un movimento di persone che supporta il patrimonio culturale “invadendolo” e documentando l’esperienza attraverso il web e i social media. Ogni invasione si prefigge l’obiettivo di creare nuove forme di conversazione e si basa sulla co-creazione e promozione di valore culturale attraverso la partecipazione attiva dei visitatori alla narrazione del patrimonio. Invasioni Digitali è caratterizzato da un approccio dal basso: le persone organizzano indipendentemente singoli eventi in tutto il paese in un periodo stabilito (la prima edizione è stata nell’aprile 2013). Gli invasori sono blogger, fotografi, archeologi, instagramers, storici, esperti di comunicazione ma anche semplici amanti del proprio paese con i più svariati background. L’accelerazione della rivoluzione digitale può contribuire in maniera esponenziale allo svecchiamento delle istituzioni culturali e favorire una concezione “aperta e diffusa” del patrimonio culturale, incoraggiando la conoscenza e la partecipazione a livello educativo e creativo dell’utenza”. Questa la definizione da “manuale”, tratta dal sito web della Fondazione Musei Senesi che aderisce all’iniziativa in programma da oggi (24 aprile) fino al 4 maggio. Per comprenderne però appieno il senso e la finalità una definizione manualistica non basta. Motivo per il quale abbiamo fatto ricorso all’esperienza sul campo e siamo andati a visitare di persona la prima tappa dell’invasione, ovvero il Museo dell’Antica Grancia alle Serre di Rapolano.
LA GRANCIA, INGRANAGGIO DEL SISTEMA DELLO SPEDALE
Il museo della Grancia si trova nella parte alta del borgo medievale delle Serre di Rapolano. Una parte del perimetro murario coincide con il tracciato del castello vero e proprio. La parte più suggestiva, poiché si getta in quel mare verde che in questo periodo dell’anno costituisce lo scenario delle crete senesi. Una volta entrati, ci viene assegnato un angelo custode. Non si tratta di una metafora, ma della pura realtà, poiché il museo è curato e gestito dai cosiddetti Museum Angels, un gruppo di volontari selezionato con un progetto di servizio civile dalla Regione Toscana. La nostra guida è una laureata in archeologia all’Università di Siena (sulla competenza degli angeli dei musei non ci sono grossi dubbi). E così veniamo a sapere che la grancia delle Serre di Rapolano è in realtà un complesso di edifici aggregati dal lascito operato nel 1297 da Bernardino d’Alemanno Piccolomini a favore dello Spedale del Santa Maria della Scala. Il Piccolomini, trasferendo le sue proprietà all’interno del borgo, divenne un oblato dello Spedale, il quale lo mantenne a vita in virtù della sua generosità nei confronti della più grande ed istituzione di ricovero ed assistenza dell’intero medioevo. Il complesso ha successivamente subito ristrutturazioni nel corso dei secoli (tra il 1521 e il 1531 furono ritoccati gli ambienti di rappresentanza della grancia e la sala del granciere. Fu realizzata una nuova cappella a fianco di quella medioevale. Intorno al 1575 fu costruito il grande edificio a tre piani che si estende in corrispondenza del secondo cortile della grancia). Tuttavia, la sua funzione rimase inalterata fino al 1790. I poderi che gravitavano nelle zone limitrofe portavano i prodotti alla grancia. Il percorso tracciato dai carri e dai muli è oggi visitabile e conduceva olio, vino e granaglie alla registrazione e all’immagazzinamento. Dalla grancia, i beni prendevano poi la via per Siena. La nostra guida ci accompagna in un percorso a ritroso nel tempo, in cui il più alto funzionario della grancia veniva nominato dallo Spedale ed in cui si incontrano varie figure, dal bracciante al trasportatore delle merci, dalla balia all’oblato fino ai “gettatelli” affidati allo Spedale.
La nostra visita si conclude con l’avvicendamento con un altro gruppo di invasori, dapprima diffidenti ma poi incuriositi come noi dall’inconsueto approccio al patrimonio storico. Ecco infatti che spuntano i primi smartphone e tablet con l’immancabile foto e l’altrettanto immancabile hashtag #invasionidigitali o #cretevaldimerseFMS. Come detto, un approccio innovativo ma che, nonostante la forma inedita, mette in mostra la carica innovativa e funzionale che il sistema delle grance ha avuto nello splendore dello Spedale senese.
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