
L’IRES premiale rappresenta un’opportunità strategica per le imprese che puntano sulla crescita. Con l’obiettivo di ridurre la pressione fiscale per chi reinveste gli utili, questa misura premia l’innovazione e la solidità aziendale, incentivando nuovi investimenti e occupazione, con un impatto positivo sull’intero sistema economico nazionale.
Cos’è l’Ires premiale
L’IRES premiale, come spiega Soluzione Tasse, è una misura introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 con l’obiettivo di favorire la capitalizzazione delle imprese e stimolare investimenti a lungo termine. A differenza del regime ordinario, che prevede un’aliquota del 24%, questa agevolazione consente alle società di capitali di beneficiare di un’imposta ridotta al 20%, a patto che destinino una quota rilevante degli utili a riserve di patrimonio e reinvestimenti produttivi.
L’iniziativa segue una logica di crescita sostenibile: vincolare lo sgravio fiscale all’impiego degli utili in attività strategiche contribuisce a rafforzare la competitività delle aziende e a incentivare l’occupazione. Si tratta, dunque, di un meccanismo che non solo riduce il carico fiscale, ma orienta le risorse verso l’innovazione e lo sviluppo, favorendo un modello imprenditoriale più solido e resiliente. Il beneficio, valido per il solo 2025, premia la lungimiranza di chi sceglie di reinvestire nel proprio futuro.
A chi si applica l’IRES premiale: i soggetti beneficiari
Rivolta ad una platea specifica di contribuenti, l’Ires premiale si pone l’obiettivo di incentivare la crescita delle realtà imprenditoriali più strutturate. I soggetti ammessi all’agevolazione sono le società di capitali, incluse S.p.A., S.r.l., S.a.p.a., cooperative e mutue assicuratrici, oltre agli enti pubblici e privati che esercitano un’attività commerciale in via prevalente o non prevalente.
Restano invece escluse le società di persone, coerentemente con la finalità stessa della misura, che punta a rafforzare la patrimonializzazione delle aziende con struttura societaria più complessa. Il criterio di selezione favorisce dunque le imprese capaci di sostenere investimenti strategici e consolidare la loro posizione sul mercato.
Questa impostazione riflette una visione orientata alla stabilità e alla crescita del sistema produttivo, premiando quelle aziende che, attraverso il reinvestimento degli utili, generano sviluppo economico e posti di lavoro, contribuendo alla solidità del tessuto imprenditoriale nazionale.
Come funziona l’agevolazione fiscale
Il meccanismo dell’IRES premiale si basa su un principio chiaro: incentivare il reinvestimento degli utili attraverso una riduzione dell’aliquota fiscale. Le imprese che scelgono di accantonare l’80% degli utili generati nel 2024 e di destinarne almeno il 30% a investimenti in beni strumentali innovativi potranno usufruire di un’aliquota ridotta dal 24% al 20% per il periodo d’imposta 2025.
Allo stesso tempo, però, la riduzione dell’imposta non è automatica. Il beneficio decade se la società decide di distribuire gli utili o non soddisfa i requisiti occupazionali previsti, come il mantenimento del numero di unità lavorative annuali e l’incremento del personale.
Questa agevolazione rappresenta solo un vantaggio fiscale immediato e contemporaneamente un incentivo a rafforzare la struttura aziendale, favorire la crescita interna e migliorare la capacità produttiva, creando un circolo virtuoso tra risparmio fiscale e sviluppo economico.
Requisiti per accedere all’IRES premiale
Criteri precisi vincolano l’accesso all’Ires premiale, ed è pensato per garantire che il beneficio fiscale si traduca in un reale impulso agli investimenti e all’occupazione. Le società devono destinare almeno l’80% degli utili del 2024 a riserva, con l’obbligo di reinvestirne il 30% in beni strumentali legati ai programmi di innovazione Transizione 4.0 e 5.0 entro il 31 ottobre 2026.
Parallelamente, è necessario soddisfare requisiti occupazionali: mantenere un livello di occupazione non inferiore alla media del triennio precedente e incrementare il numero di lavoratori con contratti a tempo indeterminato di almeno l’1%. Inoltre, non è consentito ricorrere alla cassa integrazione guadagni nel 2024.
Questi vincoli definiscono un quadro in cui la riduzione fiscale non è solo un beneficio immediato, ma un incentivo concreto a consolidare la stabilità aziendale e ad alimentare la crescita attraverso investimenti produttivi e nuove assunzioni.