"Mancano idee per dare un senso al cuore pulsante della produzione culturale senese"

SIENA Da Per Siena riceviamo e pubblichiamo.
“Da mesi assistiamo a dichiarazioni altisonanti riguardo a un presunto rilancio del complesso museale di Santa Maria della Scala. “Il 2025 sarà l’anno della rinascita del Santa Maria della Scala”, si affermava. Ma oggi, a che punto siamo? Purtroppo, non c’è traccia di un intervento organico e strutturato. Gli eventi, pur presenti, sono sporadici, scollegati tra loro, e privi di una visione chiara. Non esiste un progetto unitario, né una direzione culturale forte e riconoscibile. Mancano idee in grado di dare un senso e una coerenza a quello che potrebbe e dovrebbe essere il cuore pulsante della produzione culturale senese.
Noi di Per Siena vediamo il Santa Maria della Scala non come un semplice contenitore di mostre occasionali, ma come un grande laboratorio culturale: un luogo dinamico e vitale dove università, cittadini, studenti e ricercatori possano incontrarsi quotidianamente per studiare, creare e sperimentare. Non un museo passivo, ma un motore di innovazione culturale e sociale, un punto di riferimento per chi vive, studia e lavora a Siena.
Le capitali europee offrono numerosi esempi virtuosi di ex-spazi storici trasformati in centri culturali d’eccellenza: il Matadero di Madrid, il Centquatre di Parigi, o il Radialsystem di Berlino. Tutti questi luoghi, pur mantenendo viva la loro storia, sono diventati spazi di produzione culturale, di ricerca, di incontro e confronto, di crescita collettiva. Perché non trarre ispirazione da questi modelli per Siena?
La vocazione storica del Santa Maria della Scala era quella di un luogo di cura. Oggi, questa missione potrebbe essere riletta in chiave moderna, affrontando temi fondamentali come la salute fisica e mentale, il benessere sociale e culturale, e il rapporto tra uomo e spazio. Le nuove tecnologie stanno ridefinendo la nostra percezione del corpo, dell’identità e della collettività. Il Santa Maria della Scala potrebbe diventare il fulcro di un dibattito innovativo su questi temi, fungendo da centro di sperimentazione artistica, scientifica e filosofica sulle nuove concezioni di benessere e corporeità nell’era digitale.
Arte, neuroscienze, intelligenza artificiale, realtà aumentata: il futuro della cultura è nell’integrazione tra discipline. È inaccettabile che Siena resti esclusa da questa rivoluzione. Serve un luogo che unisca tradizione e innovazione, che favorisca la ricerca di nuovi linguaggi espressivi, trasformando il Santa Maria della Scala in un organismo vivo e in continuo mutamento. Siena non può permettersi di ridurre questo spazio a una vetrina statica per il turismo, né tantomeno di limitarsi a una visione museale obsoleta.
Purtroppo, la realtà attuale è ben diversa. Mostre come Costellazioni — per quanto di qualità — sono esempi di un approccio puramente espositivo, privo di una vera produzione culturale. Non basta allestire mostre e curare spazi. Per parlare di cultura viva e contemporanea sono necessarie idee, visioni e progetti che mettano in relazione arte, cittadinanza e innovazione. Serve, insomma, una gestione. Una gestione che oggi manca, ma che Siena merita di avere”.