Il progetto durerà un anno e sarà cofinanziato dall'Ateneo e dalla Provincia di Siena, attraverso contributi della Regione Toscana
SIENA. Sviluppare un progetto di “laboratorio protetto” teso a favorire l’inserimento lavorativo dei disabili. E’ questo l’obiettivo del protocollo sottoscritto dalla Provincia, dall’Università degli Studi di Siena e dalla Cooperativa sociale Solidarietà e presentato questa mattina (5 dicembre) da Simonetta Pellegrini, assessore provinciale al welfare e lavoro; Mauro Pagliantini ed Emilia Sarri, rispettivamente, presidente e responsabile per gli inserimenti lavorativi della Cooperativa Solidarietà.
Il protocollo ha consentito di mantenere servizi di front office e reception in diverse sedi dell’Ateneo, impiegando 12 persone con disabilità gravi che rischiavano di interrompere il percorso di emancipazione e di integrazione sociale dopo la scadenza, lo scorso marzo, della convenzione fra l’Università e la Cooperativa Solidarietà. Il progetto durerà un anno, con possibilità di rinnovo, e sarà cofinanziato dall’Ateneo, per circa il 25%, e dalla Provincia di Siena, attraverso contributi erogati dalla Regione Toscana.
Il progetto di “laboratorio protetto” è stato sviluppato attraverso una serie di incontri promossi dalla Provincia nell’ambito delle azioni per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro di soggetti svantaggiati o disabili, nel rispetto della legge 68 del 1999. Gli incontri hanno coinvolto i tre soggetti firmatari, le famiglie delle 12 persone interessate, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, delle categorie di disabili e della Regione Toscana. Il progetto prevede contratti di lavoro a tempo determinato per le 12 persone coinvolte. I ragazzi saranno seguiti da un tutor nei servizi affidati dall’Università, a partire da attività di portineria, front office e piccola manutenzione. L’Ateneo, inoltre, ha stipulato una convenzione con la Provincia, con cui si impegna a fare assunzioni a tempo indeterminato di persone con disabilità entro luglio 2015.
“Il laboratorio protetto – afferma l’assessore provinciale al welfare e lavoro, Simonetta Pellegrini – è stato attivato grazie all’impegno dei soggetti coinvolti, sotto il coordinamento della Provincia, e alle risorse stanziate dalla Regione. Per adesso, il progetto ha consentito di mantenere il proprio posto di lavoro a 12 persone che già garantivano alcuni servizi per conto della Cooperativa Solidarietà presso l’Ateneo. Quello che conta è che queste persone potranno continuare a potenziare il proprio percorso di autonomia individuale e di integrazione sociale, primo obiettivo quando si parla di situazioni di forte disagio o disabilità e di sviluppo di una coesione sociale priva di discriminazioni”.
“In un momento di forte disagio per tanti soci e lavoratori di Solidarietà Cooperativa Sociale interessati dalla cassa integrazione in deroga – afferma il presidente della Cooperativa, Mauro Pagliantini – aver condiviso con la Provincia e l’Università degli Studi di Siena un progetto di ricollocamento e di inserimento lavorativo dei soggetti più deboli è sicuramente un fatto positivo, che ci dà la forza per proseguire la nostra mission di soggetto che crea lavoro e tutela, al tempo stesso, soggetti svantaggiati che difficilmente avrebbero opportunità di inserimento nel mondo del lavoro. Questo progetto è importante e lo considero un punto di partenza, non di arrivo”.
Il protocollo viene salutato positivamente anche dal Prorettore dell’Università degli Studi di Siena, Francesco Frati. “Con l’iniziativa ‘Laboratorio Protetto’ – dice Frati – l’Università ha inteso dare continuità al progetto di inserimento lavorativo di persone con disabilità che già avevano svolto la loro attività presso diverse strutture del nostro Ateneo. Il progetto richiama la funzione sociale del lavoro, inteso come uno dei principali strumenti per la realizzazione personale, come un veicolo di relazione e di autonomia e quale base del proprio sostentamento. In particolare, mi fa piacere sottolineare come il suddetto processo di inserimento lavorativo stia avvenendo con piena soddisfazione degli stessi lavoratori, nonché dei responsabili e degli utenti delle strutture presso le quali le persone sono impegnate”.
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