Il presunto black bloc riconosciuto da un toscano, deve restare in carcere. Tradito da internet
SAN MINIATO – (g.m.) Ma chi è Carlo Seppia, il giovane pisano che avrebbe partecipato ad incendiare il blindato dei carabinieri, lanciandogli contro e, forse, addirittura dentro, liquido infiammabile, rischiando di far diventare una torcia umana il carabiniere Fabio Tartaglione che era alla guida del mezzo ed è riuscito a scappare per mettersi in salvo tra sassate e botte, salvandosi per miracolo?
E’ uno studente samminiatese di 28 anni, rinchiuso nel carcere Don Bosco di Pisa che dovrà, ora, dopo la convalida del fermo, rispondere dei reati di resistenza alle forze dell’ordine, aggravata da danneggiamento e altro. Il quotidiano “Il Giornale” aveva chiesto ai lettori e ai cittadini di inviare foto, filmati amatoriali e quant’altro utile, della manifestazione romana degli indignati, per pubblicare le immagini che rivelassero le “facce” dei contestatori delinquenti che, il 15 ottobre, hanno messo a ferro e fuoco Roma. Un cittadino, sembra un compaesano, avrebbe riconosciuto il black bloc Carlo Seppia, e i carabinieri del reparto operativo di Pisa, già sulle sue tracce, lo hanno subito arrestato con i colleghi della compagnia di San Miniato. Nella foto incriminata, infatti, si vedrebbe lo studente universitario mentre partecipa “attivamente” ai disordini, e proprio un cittadino che lo ha riconosciuto, ha chiamato la “Benemerita”. Durante la perquisizione sarebbe stato trovato materiale interessante. “Era solo una bevanda, non liquido incendiario”, si difende Carlo Seppia che, dopo la convalida del fermo, resta nel carcere Don Bosco di Pisa, in attesa del ricorso preannunciato del suo avvocato.
Certo, a San Miniato, all’ombra della torre di Federico II, la sinistra antagonista, della quale farebbe parte Seppia, ma anche quella in generale del centro-sinistra, non sta facendo, da mesi, una gran bella figura. Chi si è dimenticato della “bella segretaria svelata” che di giorno faceva la segretaria politica per il Pd e, di notte, girava film porno. Anche lei era stata tradita da facebook. Una nuova generazione online, ma che non ha ancora capito il potere, in tutti sensi, ma anche i “pericoli”, in questi casi, del web.