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Come investono i ristoranti in Italia? Questa domanda è davvero molto interessante, non soltanto per chi opera nel settore, ed è possibile rispondervi con precisione consultando uno studio assolutamente autorevole quale il Rapporto sulla Ristorazione curato da FIPE, Federazione Italiana Pubblici Esercizi.
L’edizione più recente di questo report, che viene pubblicato annualmente, è quella del 2024, e fa dunque riferimento ai dati riscontrati nell’anno precedente; non esitiamo, dunque, e scopriamo che cosa è emerso.
Iniziamo a scoprire questa speciale classifica partendo dal decimo posto, il quale è occupato dalle attrezzature per la lavorazione degli alimenti: sulla base delle risposte fornite dagli imprenditori intervistati, ben l’8% delle aziende di questa tipologia ha compiuto investimenti di questo tipo durante il 2023.
Questa categoria di prodotti è chiaramente molto ampia e comprende, ad esempio, le impastatrici planetarie, come quelle visionabili nell’e-commerce www.allforfood.com, strumenti che hanno certamente un’importanza imprescindibile in una cucina professionale.
Al nono posto figurano gli interventi finalizzati a migliorare l’isolamento termico e/o acustico dei locali: questi investimenti hanno riguardato, nel 2023, il 9,3% dei ristoranti italiani.
Questo dato è molto significativo e ha una duplice valenza: da un lato, gli imprenditori dimostrano di essere sempre più attenti alle performance energetiche dei propri locali, le quali possono assolutamente incidere sugli utili, dall’altro vi è la diffusa necessità di non apportare fastidi acustici al vicinato, per poter operare senza problemi.
All’ottavo posto troviamo il rifacimento di impianti, investimento che ha riguardato il 9,4% delle aziende del settore e che, come si può intuire, può riguardare varie tipologie di impiantistica, seguono al settimo posto gli interventi ristrutturativi in senso stretto, menzionati dal 10% degli imprenditori intervistati.
Affinché un ristorante possa avere un buon successo, ovviamente, non contano soltanto gli investimenti tecnici, ma anche quelli relativi agli ambienti in cui viene accolta la clientela; al sesto posto della classifica infatti, con una percentuale del 10,5%, vi sono i beni strumentali per la sala.
Al quinto posto troviamo una tipologia di investimento di primaria importanza per le attività ristorative, ovvero quella relativa alle strumentazioni per la refrigerazione: nel 2023, tali investimenti sono stati compiuti dal 10.8% delle aziende italiane del settore.
Anche al quarto posto figura un investimento prettamente tecnico, quello riguardante le attrezzature per la conservazione dei cibi: secondo il report, esso è stato compiuto dall’11,2% degli imprenditori.
Possiamo ora scoprire il “podio”, ovvero le prime tre posizioni, e al terzo posto figura una spesa che, probabilmente, pochi avrebbero previsto in una collocazione simile: gli investimenti in comunicazione digitale, menzionati dal 14% degli intervistati.
Per aziende di questo tipo la cura della propria presenza online è senz’altro importantissima, e molti imprenditori del settore dimostrano di esserne consapevoli.
Essendo questa un’attività che può rivelarsi a tal punto determinante, e che richiede non solo impegno, ma anche competenza e professionalità, numerose aziende scelgono di destinarvi dei budget più o meno cospicui, e ciò non può che garantire un prezioso valore aggiunto.
Il fatto che i ristoranti italiani siano sempre più “tech” è confermato anche dal secondo posto, il quale è occupato dai sistemi di digitalizzazione dell’interfaccia con l’utente, con una percentuale del 14,8%: soluzioni di questo tipo possono rendere molto più efficiente la gestione dell’attività, oltre che migliorare la globale esperienza del cliente, di conseguenza possono senz’altro fare la differenza sul buon andamento dell’attività.
Al primo posto, infine, figurano delle strumentazioni tecniche che nelle attività ristorative recitano un ruolo da protagoniste assolute, ovvero le attrezzature per la cottura: investimenti di questo tipo sono stati compiuti, nel 2023, dal 17,1% delle imprese italiane del settore.