![](https://www.ilcittadinoonline.it/wp-content/uploads/2024/08/20240829_0016.jpg)
ROMA. Il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso durante il question time al Senato ha detto: “Nelle prossime ore sarò in Turchia in quella che spero sia la missione decisiva”. Ha risposto così a un’interrogazione su Beko e sul sito di Siena presentata da Carlo Calenda, che lo ha accusato di aver mentito in Parlamento sulla gestione della vertenza, invitando il ministro alle dimissioni. Il quale ha asserito che “la mia dichiarazione è stata volutamente distorta e falsata”, riferendosi all’arco temporale in cui i livelli occupazionali del sito di Siena sarebbero rimasti inalterati. “Proprio grazie al nostrio impegno l’azienda ha garantito la continuazione della produzione a Siena fino al 31 dicembre 2025, assicurando la tutela dei livelli occupazionali per tutto l’anno in corso come in tutti gli altri stabilimenti italiani”, ha spiegato Urso.
Quanto all’altra obiezione mossa da Calenda, in merito alla golden power, il ministro ha ricordato che “la nostra azione è stata tempestiva. Lo abbiamo attivato dall’1 maggio 2023, e questo ci ha consentito di bloccare un progetto industriale che non rispettava le garanzie richieste, a differenza di quanto accaduto in altri paesi europei”. La golden power “non potrà riguardare lo stabilimento di Siena sia perché manca il presupposto necessario per poter esercitare lo strumento sia perché quello stabilimento non è più di proprietà dell’azienda per una vicenda che risale all’esercizio del Monte dei Paschi, cioè quello che appare sempre più come il più grande scandalo bancario del paese”. Il sito è “in affitto con un canone alto, assolutamente fuori mercato – spiega il ministro -. Ci siamo mossi con la Regione Toscana e il Comune di Siena, con cui ci incontreremo mercoledì prossimo per trovare una soluzione sulla disponibilità dell’immobile, senza la quale nessuna attività produttiva può essere realizzata”. “Nel contempo stiamo lavorando per garantire i lavoratori di Siena per almeno tre anni sino al 2027, così da consentire l’arrivo di altri investitori”, aggiunge Urso.
“Siamo riusciti a fare in modo che l’azienda realizzasse un significativo aumento di capitale, molto ingente, e prevedesse almeno 300 milioni di investimenti rispetto ai 100 del piano iniziale. Questo per consentire il mantenimento del sito di Comunanza e l’ammodernamento degli altri per renderli più produttivi”.