Al comparto di Siena non servono operazioni poco chiare ma un serio piano industriale
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SIENA. Nei fatti, l’onorevole Michelotti ha pubblicamente annunciato che il governo ha sacrificato Siena. Lo ha fatto in nome del “pragmatismo”, secondo lui. A noi sembra che lo abbia fatto per sudditanza alla destra che è al governo, e ha scientemente deciso che Siena era sacrificabile.
Non vogliamo rompere il fronte istituzionale, che deve marciare compatto a sostegno dei lavoratori di Beko. Ma non ci possiamo esimere da considerazioni politiche.
Il soggetto che deve gestire la crisi era e resta il Ministero delle Imprese e del Made in Italy guidato da Adolfo Urso. Sembra in atto un tentativo di scaricare la questione sulle istituzioni locali che non dobbiamo e non possiamo accettare.
Abbiamo fatto nostro lo slogan “resisteremo un giorno più della Beko”. Michelotti ha resistito dieci giorni.
Del fatto che il Ministero aveva ritenuto sacrificabile Siena, sembra che la sindaca Fabio fosse stata informata un giorno prima della convocazione del tavolo istituzionale. La sindaca, come ogni amministratrice, deve rappresentare e difendere le cittadine e i cittadini, ed opporsi anche ad un ministero amico, se ritiene sacrificabili 299 persone che lavorano nella sua città. Salvo che non si voglia usare l’amministrazione di Siena come una rampa di lancio, come già ci ha insegnato Michelotti e come si apprestano a fare altri in vista delle Regionali.
Spostare l’attenzione sull’immobile e non sulla necessità della reindustrializzazione del sito e della garanzia occupazionale di 299 persone significa solo passare il cerino ad altri. Un’operazione senza visione, senza idee per un nuovo sviluppo industriale, senza garanzie.
Non ci convince neanche l’ipotesi TRAIN. La società, a maggioranza pubblica, non ha certo nel suo oggetto sociale la produzione industriale, e non vediamo come una gestione diretta (per fare cosa? Con quanti occupati?) o un semplice passaggio di proprietà possano beneficiare alla vertenza Beko.
Anche lo scorso venerdì, alla cena di Sovicille, dove 400 persone erano presenti, i lavoratori cantavano “la gente come noi non molla mai”. Noi siamo con loro. Il Ministro li ha già mollati, l’onorevole Michelotti li ha già mollati, la sindaca Fabio si perde in ipotesi fantasiose se non dannose.
Noi faremo il nostro lavoro accanto a loro, ma non accettiamo ipotesi al ribasso. Alla Beko va mantenuta la continuità della produzione, serve un piano di reindustrializzazione che garantisca e sviluppi l’occupazione, ed è questo che vogliamo e pretendiamo dal Ministero delle Imprese e dalla destra locale.
Andrea Valenti – Segretario Provinciale Partito Democratico Siena
Esecutivo Provinciale Partito Democratico Siena