FIRENZE. La cartella clinica elettronica unica è sempre più usata in Toscana da un numero in crescita di reparti e strutture. La sperimentazione avviata ad agosto dell’anno scorso infatti prosegue e si allarga: un’innovazione non solo tecnologica, perché utilizzare lo stesso strumento in tutti gli ospedali, gli ambulatori e i luoghi di degenza della regione vuol dire ridurre i tempi per l’accesso alla storia clinica del paziente, garantire un flusso più omogeneo di dati (e dunque renderne più efficace la raccolta anche per la ricerca scientifica) e migliorare in definitiva la presa in carico, che diventa dirimente nei casi più a rischio.
Assieme alla Toscana solo il Friuli Venezia Giulia e la Lombardia figurano tra le regioni pioniere che hanno deciso di puntare alla cartella clinica elettronica unica.
La cartella in Toscana ha già fatto il suo ingresso in tutti e tredici gli ospedali dell’Asl Toscana nord ovest, usata per i servizi ambulatoriali e e le degenze di tutto il territorio. Nell’Asl Toscana sud est è entrata in funzione in tutte le aree negli ospedali della provincia di Arezzo – ovvero Arezzo, Valdarno, Bibbiena, San Sepolcro e Cortona – e sarà progressivamente estesa ai presidi delle province di Siena e Grosseto. Nell’Asl Toscana centro è stata attivata nell’area critica degli ospedali di Prato, Torregalli ed Empoli e avviato il collaudo per l’area materno infantile, partendo da Prato.
Già il vantaggio di avere un’unica piattaforma applicativa è evidente. Oltre alla circolarità delle informazioni semplifica la formazione: se un medico o un infermiere si sposta da un ospedale ad un altro non dovrà ricominciare da zero il proprio percorso di addestramento all’utilizzo di un nuovo sistema. Ma la cartella non è solo un contenitore di informazioni: grazie a strumenti a corredo diventa infatti un dispositivo tecnologico avanzato, erogato dal cloud della Regione Toscana dedicato alla sanità in grado di fornire suggerimenti ed avvisi su rischi e scelte coerenti con il quadro clinico del paziente.