Bolzano in testa nella classifica dell'Unione consumatori
SIENA. L’Unione nazionale consumatori ha stilato la classifica delle città più care d’Italia del 2024, in termini di aumento del costo della vita, basandosi sui dati sull’inflazione media dello scorso anno resi noti oggi dall’Istat.
In testa alla graduatoria c’è Bolzano, con l’inflazione media pari a +1,7%, la seconda più alta d’Italia dopo Brindisi (+1,8%), si traduce nella maggior spesa aggiuntiva annua, equivalente, per una famiglia media, a 492 euro in più rispetto al 2023. Seconda Rimini, che, avendo la terza inflazione più elevata del Paese, +1,6%, ha un incremento di spesa, rispetto al 2023, pari a 435 euro a famiglia. Al terzo posto Siena, che con +1,7% (ex aequo con Bolzano) ha una spesa supplementare pari a 434 euro annui per una famiglia tipo. Al quarto posto Padova, che con +1,5% registra una stangata pari a 386 euro. Seguono Parma (+1,4%, +380 euro), Napoli (+1,7%, 2° inflazione più alta e +375 euro), poi Trieste (+1,5%, +367 euro), Benevento (+1,7%, +363 euro) e Ferrara (+1,3%, +353 euro). Chiudono la top ten Macerata e Venezia che, pur avendo un’inflazione differente, rispettivamente +1,7% e +1,3%, hanno lo stesso incremento di spesa pari a 343 euro.
L’unica città in deflazione è Campobasso, dove con -0,1% si ha un risparmio di 21 euro rispetto alla spesa del 2023. Al secondo posto Biella, con una variazione nulla dei prezzi. Medaglia di bronzo per Caserta, +0,1% e +21 euro. Seguono Aosta (+0,1%, +26 euro), Trapani (+0,3%, +64 euro), al sesto posto Ancona con +66 euro (+0,3%), poi Pescara e Teramo (+0,3%, +67 euro per entrambe) e Cremona (+0,3%, +84 euro). Chiude la top ten delle migliori Novara, +0,4%, pari a +100 euro.
In testa alla classifica delle regioni più costose c’è il Trentino, con un’inflazione annua a +1,3%, pari a un aggravio medio a famiglia di 370 euro. Segue il Veneto, dove la crescita dei prezzi dell’1,3% implica un aumento pari a 324 euro. Terzo il Lazio, +1,2% e un rincaro di 293 euro. La regione dove si risparmia di più è il Molise, +0,1% pari a +21 euro, seguito dalla Valle d’Aosta (+0,1%, +26 euro); terza la Basilicata (+0,5%, +105 euro).