Fase mai sperimentata nelle relazioni industriali tra banca e dipendenti
di Red – foto di Corrado De Serio
SIENA. Ancora poche ore, poi i trentunmila dipendenti del Monte dei Paschi avranno il loro contratto integrativo disdetto e senza interlocutore, se non passando attraverso l’azione degli avvocati.
La novità è stata, a un mese circa dall’interruzione di ogni trattativa sul piano di riorganizzazione, quella dei sindacati dei lavoratori che provano a fermare in extremis la cancellazione dell’accordo di secondo livello. La DG aveva annunciato la disdetta a partire dal primo novembre con la promessa (non formalizzata, all’italiana), che l’operazione “sarebbe rientrata nel mare ben più largo della discussione sul piano di riorganizzazione fondato sulle esternalizzazioni di massa”. E oggi siamo al 31 ottobre, i contatti azienda-sindacati sono ufficialmente saltati e la disdetta diventa operativa. Sullo sfondo uno sciopero a tempo scaduto. Perciò tra 24 ore i dipendenti, a meno di novità dell’ultimo momento, rischiano di rimanere senza Cia; oltretutto avendo la signora Dalla Riva annunciato un unilaterale regolamento scritto dalla banca (del quale abbiamo già fatto notare come non esista un testo pubblico né è stata lasciata circolare alcuna anticipazione).
Qua e là si pensa che ci sarà la riduzione dei buoni pasto da 5,29 euro (si potrebbe scendere al minimo di 1,81 euro), e la cancellazione di bonus di produttività, premi e norme su trasferimenti e mobilità, gangli sensibili delle lotte sindacali del passato. “Lo possono fare?”, si chiedono in molti. Intanto lo fanno, proprio perché l’azione di forza che potrebbe proibirglielo è l’unica immediatamente sanzionabile dall’autorità giudiziaria. I lavoratori devono accusare il colpo e lasciare che le carte in tribunale diano ragione loro, forse e comunque tra anni, quando mediazioni farraginose avranno stabilito un nuovo status quo nelle relazioni industriali. L’ultima speranza legale per le sigle nazionali dei sindacati del credito è stata la presentazione della piattaforma alternativa di contratto integrativo (che abbiamo pubblicato l’altroieri). Essa dovrebbe costringere l’azienda a tornare sul tavolo delle trattative, per non dover subire il pericolo di una denuncia per comportamento antisindacale.”Adesso la parola passa all’azienda – è scritto nel comunicato -, che dovrà convocare il sindacato e discutere in termini concreti. Sarà interessante capire finalmente quali disponibilità verranno avanzate in concreto dalla dottoressa Ilaria Dalla Riva”.
Non sembra che, alle 15 del pomeriggio del 31 ottobre, la Direzione generale abbia manifestato alcuna attenzione verso le proposte ricevute: il Padrone è all’attacco?