SIENA. Sabato 14 Novembre, una delegazione di piccoli sportivi della S.C. Il Pedale Senese ha consegnato simbolicamente una donazione benefica per la Pediatria dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, ricevuta dal direttore del reparto, professor Salvatore Grosso.
«Bambini che corrono per i bambini: da questo concetto semplice e innovativo, è nata la “Ride for Children” – spiega il professor Grosso -, una manifestazione annuale di ciclismo giovanile, categoria Giovanissimi tra 5 e 12 anni, destinata alla sensibilizzazione e beneficenza verso i reparti che accolgono i piccoli pazienti dell’Aou Senese, iniziativa giunta quest’anno alla terza edizione».
L’iniziativa ha preso il via domenica 6 ottobre con circa 90 piccoli ciclisti provenienti da tutta la Toscana, che si sono sfidati nell’impianto sportivo del Velodromo dell’Acquacalda di Siena in una gara dove l’unica vincitrice è stata la solidarietà.
«Ad aggiungere un’ulteriore nota di bellezza – aggiunge Grosso – è stata una madrina d’eccezione, la neo Miss Italia senese, Ofelia Passaponti. La manifestazione è partita con un service, dove il senso di riconoscenza di due genitori di un neonato con una malattia rara nei confronti dei professionisti sanitari si è trasformato in un evento che auspicabilmente aiuterà i piccoli meno fortunati negli anni a venire».
La manifestazione, ideata nel 2022 dal dottor Claudio De Felice e dall’ex professionista di ciclismo Gianni Gobbini, è organizzata dalla S.C. Pedale Senese (presidente: Gaia Passerini) ed è promossa da Rotary Club Siena (presidente Stefano Maestrini), Rotary Club Siena Est (presidente Piero Florio), Rotary Club Valdelsa (presidente Simone Pozzessere) e Panathlon Club Siena (presidente Enrico Casini Cipriani), con il patrocinio del Comune di Siena.
«L’augurio – conclude il professor Grosso – è che la manifestazione coinvolga sempre di più il tessuto solidale della nostra città e anche oltre, attraendo sempre più bambini verso uno sport educativo come il ciclismo, con la speranza che aumenti nei giovanissimi la consapevolezza che con i propri sforzi, pur divertendosi, è sempre possibile aiutare i coetanei più fragili».