SIENA. La manovra finanziaria in via di approvazione segna un drammatico ritorno all’austerità nella gestione delle risorse pubbliche, con pesanti ripercussioni sulle Università. Il Fondo per il Finanziamento Ordinario (FFO) subisce infatti un taglio da parte del Governo Meloni di 700 milioni di euro, un ridimensionamento che non si vedeva dal 2013 e che risparmia solo 6 Atenei italiani su 84.
Per l’Università per Stranieri di Siena (Unistrasi) questo si tradurrà in una riduzione di 620mila euro, mentre l’Università di Siena dovrà fare i conti con un taglio di ben 8,9 milioni di euro. Questi numeri non sono solo cifre, ma la prospettiva di un vero e proprio blocco della vita accademica, con inevitabili ripercussioni su servizi, corsi di studio e, in prospettiva, un possibile aumento delle tasse studentesche.
I tagli alle Università, con il blocco delle assunzioni e un turnover limitato al 75%, sono accompagnati da una riforma del pre-ruolo che rende ancora più precaria la condizione dei ricercatori negli Atenei italiani, con contratti e tutele sempre più fragili. Questo incide pesantemente sulla libertà di ricerca, ormai condizionata dalla precarietà e dalla dipendenza da finanziatori privati.
Pur riconoscendo che il problema di fondo è l’assenza di finanziamenti strutturali a medio lungo termine agli Atenei da parte del Ministero, non possiamo accettare che l’Università di Siena risponda a questa crisi prevedendo il blocco delle assunzioni e ulteriori tagli, che ricadranno su tutti i membri della comunità accademica.
Critichiamo inoltre l’aumento della quota premiale dell’FFO, determinata in base ai parametri ANVUR, un sistema di finanziamento che, anziché supportare, penalizza le università più in difficoltà, riducendo ulteriormente le loro risorse. Nel 2014, la quota base rappresentava il 73% del FFO, oggi è intorno al 50%, mentre la quota premiale è aumentata dal 17% a circa il 27%. Questo spostamento ha cambiato la logica di distribuzione dei fondi, che prima si basava su criteri legati alle spese annuali degli Atenei, garantendo un aiuto più equo. Ora, invece, i fondi vengono ripartiti sempre di più in base a criteri di “merito”, “produttività” e “competizione”, favorendo le università più grandi e penalizzando quelle più piccole e periferiche. L’Università di Siena non può limitarsi ad accettare passivamente queste regole del gioco, che alimentano le disuguaglianze tra gli Atenei e non rispondono alle reali necessità della comunità accademica.
Per questo è urgente unirci per sollecitare modifiche alla Legge di Bilancio, che sarà approvata definitivamente a fine dicembre, rivendicando maggiori risorse per l’Università e la Ricerca, in particolare per la quota non vincolata del FFO. È fondamentale un finanziamento strutturale, stabile e a lungo termine per garantire il diritto allo studio e all’accesso al lavoro universitario.
Invitiamo quindi studenti, dottorandi, ricercatori, docenti e lavoratori dell’Università a partecipare all’assemblea che si terrà lunedì 18 novembre dalle ore 16:30 nell’Aula Magna storica del Rettorato dell’Università di Siena, per analizzare l’impatto dei recenti tagli al FFO sulla nostra università, condividere preoccupazioni e raccogliere proposte.”
Cravos – Organizzazione studentesca