Numerosi gli interventi in programma per il prorettore alle Relazioni internazionali durante la Conferenza ONU sul clima in corso a Baku
SIENA. Il Professor Simone Borghesi, prorettore alle Relazioni Internazionali dell’Università di Siena, è in Azerbaigian per partecipare alla COP29, la Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima, che si tiene a Baku fino al 20 novembre.
Il professor Borghesi partecipa, nella giornata del 12 novembre, a due eventi presso il padiglione italiano: uno sugli strumenti economici per la riduzione e rimozione delle emissioni, l’altro sulle politiche contro il cambiamento climatico a livello urbano.
Nei giorni successivi, fino al 20 novembre, parteciperà come chairman o relatore, ad altri eventi presso i padiglioni greco e ucraino, e presso quello dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), oltre a tre eventi delle Nazioni Unite (UNFCCC – United Nations Framework on Climate Change, e United Nations Climate Change Global Innovation Hub).
In particolare in quest’ultimo, Borghesi presenterà il progetto MEDAERE, la nuova Associazione Mediterranea degli Economisti Ambientali, nata proprio a Siena lo scorso settembre.
Il professor Borghesi è docente di Environmental Economics presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Internazionali, Presidente dell’Associazione Europea degli Economisti Ambientali e Direttore dell’area Clima alla Florence School of Regulation dello European University Institute.
Raggiunto a Baku, il Professor Borghesi ha detto: “È un piacere rappresentare il nostro ateneo in un evento di rilievo internazionale così importante. Siamo qui per condividere coi decisori politici l’evidenza scientifica che emerge dai nuovi studi, inclusi quelli condotti presso il nostro ateneo. Inoltre, essere stati invitati quest’anno a presentare anche l’idea lanciata a Siena della nuova Associazione Mediterranea degli Economisti Ambientali è un grande onore e la conferma che può aprire nuove prospettive per la collaborazione internazionale nell’area del Mediterraneo, una delle aree più vulnerabili dal punto di vista ambientale ed al contempo più cruciali da quello geopolitico”.