La vita del più celebre cantante castrato del '700, al centro del prossimo incontro de“La biblioteca risonante”, giovedì 7 novembre alla Chigiana
SIENA. L’Accademia Chigiana ospita giovedì 7 novembre alle 17.00 presso Palazzo Chigi Saracini un nuovo incontro della serie La biblioteca risonante, a cura di Cesare Mancini. Protagonista dell’evento sarà l’illustre musicologo e critico musicale Sandro Cappelletto, voce autorevole di Rai Radio Tre, rinomato autore teatrale per compositori contemporanei e docente presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Cappelletto presenterà la nuova edizione del saggio “La voce perduta – vita di Farinelli, evirato cantore”.
Questa nuova edizione, che giunge a distanza di tre decenni dalla prima pubblicazione, rappresenta il primo studio biografico approfondito dedicato a Carlo Broschi, in arte Farinelli, considerato il più straordinario cantante castrato mai esistito. La sua vita (1705-1782) si intreccia con l’epoca d’oro del canto barocco, in un percorso che lo porta da Napoli a Roma, da Vienna a Londra fino a Madrid, in una serie di vicende affascinanti che Cappelletto condividerà con il pubblico senese.
«Per più di tre secoli, e fino all’inizio del Novecento – annota lo stesso Cappelletto – del made in Italy più apprezzato facevano parte anche gli evirati cantori. Le voci d’angelo, i sopranisti. Più direttamente: i castrati. L’etica, il rispetto per l’integrità della persona, veniva sacrificato all’estetica, al piacere tutto barocco, sorprendente e innaturale, di ascoltare un canto che in natura non esiste e che si produceva intervenendo sullo sviluppo sessuale dei bambini prima della muta della voce. Le corde vocali restavano così agili, sottili, vibratili come quelle di un imberbe, ma venivano messe in azione da polmoni e diaframma sviluppati, possenti come quelli di un adulto. Vengono narrate meraviglie del loro canto e tragedie del loro privato. Un delizioso orrore. Tutto italiano, perché appunto soltanto italiani sono stati “questi disgraziati, campioni del cantare che nell’anima si sente”, come li ricordava Gioachino Rossini, che di loro si era ampiamente servito».
Il volume, arricchito da una nuova prefazione di Luigi Verdi, esplora anche le ragioni che hanno reso l’Italia l’unico paese al mondo a sviluppare questo particolare fenomeno vocale.
Il tema dell’allora detta “quarta voce” (dopo le voci bianche, delle maschili e delle femminili, così erano dette quelle dei castrati) nell’opera lirica settecentesca è particolarmente legato a Siena, città natale di Francesco Bernardi, detto appunto il “Senesino”, cantante evirato, di appena diciannove anni più grande di Farinelli e che, come lui, ha conosciuto lodi e celebrità ben oltre i confini italiani, apprezzatissimo da grandi compositori come Quantz, Porpora e Händel. I due colleghi e rivali, si incontrarono a Londra e, il 29 ottobre 1734 al Lincoln’s Inn Fields Theatre, cantarono nell’Artaserse di Hasse, su testi di Metastasio. Le cronache dell’epoca attestano che Farinelli cantò l’aria di Arbace Son qual nave ch’agitata con un’eccezionale messa di voce, ferma, sostenuta fino alla fine e particolarmente lunga. Gli spettatori furono presi da un entusiasmo straordinario e il Senesino, che interpretava il ruolo del tiranno Artabano, interruppe la finzione scenica e, commosso e intenerito, si diresse verso Farinelli e gli gettò le braccia al collo.
La partecipazione all’evento è libera fino a esaurimento dei posti disponibili.