SIENA. Nella notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre sarà necessario spostare le lancette degli orologi indietro di un’ora (alle 3 di notte, che diventeranno le 2).
Gli smartphone, tablet, pc e dispositivi connessi a Internet si aggiorneranno da soli, mentre orologi di casa o da polso, quello dell’auto andranno aggiornati manualmente. L’ora legale ritornerà nell’ultimo fine settimana di marzo 2025, tra il 29 e il 30 del mese: in quella occasione le lancette andranno portate un’ora avanti. Forse.
Vi è infatti un dibattito serrato tra chi la vuole abolire e chi la vuole mantenere tutto l’anno. Nel 2018, il Parlamento europeo ha approvato l’abolizione dell’obbligo di cambiare ora, in vigore dal 1996, lasciando la decisione a ogni singolo Stato membro. Tuttavia, non è stata raggiunta un’intesa comune tra i Paesi europei.
Secondo il Codacons, l’80% italiani è contrario al cambimento dell’ora, e si ipotizza che i costi del passaggio siano superiori a benefici.
“I costi relativi al passaggio all’ora legale a quella solare e viceversa sono decisamente superiori ai benefici: lo sfasamento di un’ora determina conseguenze sia a livello di umore, sia a livello fisico per circa il 15% dei cittadini, e produce disturbi del sonno in un bambino su due. Risintonizzare i ritmi biologici provoca un disagio per l’organismo, anche negli individui adulti: non è certo un caso se in farmacia, a seguito del cambio ora solare/ora legale, si impennino puntualmente anche le vendite di prodotti contro il jetlag. Senza contare i disagi per l’intera popolazione legati all’aggiustamento dell’orario: aggiornamenti sistemi informatici, orari dei treni, termostati temporizzati, dvd, agende elettroniche, radiosveglie, orologi nelle auto, problemi nelle transazioni finanziarie”, scrive in una nota il presidente del Codacons.
“Il passaggio ora legale/ora solare, dunque, determina costi sociali e perdite produttive decisamente superiori ai benefici determinati dal cambio orario, e anche sul fronte della spesa energetica adottare l’ora legale tutto l’anno consentirebbe notevoli risparmi sui consumi, come attestano i dati di Terna”.