Il regista Carlo Pasquini propone un allestimento ispirato alle più struggenti pagine letterarie che raccontano l
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MONTEPULCIANO – Il tema dell’Olocausto è talmente pericoloso che non si sa come affrontarlo. Come si può riprodurre l’orrore? E come sottrarsi all’orrore parlando dell’orrore? Per evitare l’evocazione realistica e per rappresentare l’annientamento dell’identità nei lager, il regista Carlo Pasquini ricorre ad una rappresentazione nella rappresentazione, riadattando liberamente testi di Tabori, Levi, Weiss e dalle Lettere dei condannati a morte della resistenza europea.
Nasce così lo spettacolo “i Sommersi” che andrà in scena proprio nei Giorni della Memoria, a cavallo di quel 27 gennaio, anniversario dell’abbattimento dei cancelli di Aushwitz, che lo Stato Italiano riconosce come data in cui ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte ma anche chi vi si oppose.
Oltre alle prime due rappresentazioni al Teatro Poliziano di sabato 25 (ore 21.15) e domenica 26 gennaio (ore 17.15), la compagnia replicherà al Teatro degli Arrischianti di Sarteano lunedì 27 gennaio alle 21.30. Il progetto si rivolge anche ai ragazzi con una matinée riservata agli studenti dei Licei Poliziani in calendario per il 25 gennaio.
“Se Dio è morto tutto è permesso.” Sigillando in questa frase l’orrore che l’Olocausto ha rivelato all’umanità, si potrebbe anche dire che con quell’orrore si può solo giocare con macabro umorismo. Da questa riflessione scaturiscono dunque le scelte che hanno dato vita allo spettacolo nel quale un gruppo di discendenti degli Häftlingen (prigionieri) di Auschwitz si reca in visita al vecchio campo e precisamente alla baracca 6, triste teatro di atroci vicende. Una volta dentro i fantasmi dei morti e dei sopravvissuti trasformano la “gita” in una macabra rappresentazione umoristica: una messa nera a perenne allegoria dello sterminio e del male.
La produzione prosegue il percorso nato sotto forma di laboratorio durante il Cantiere Internazionale d’Arte del 2009. «Da Dedalus, tratto da un testo di James Joyce a Plauto, Shakespeare, Goldoni e Fausto Paravidino», riepiloga il regista e autore Carlo Pasquini «siamo giunti alla prima produzione del gruppo per la stagione invernale del Teatro Poliziano. Il progetto ha funzionato visto che ha prodotto sul territorio – dalle scuole alle compagnie di base – un vasto seguito di partecipazione e di coinvolgimento diretto”.
Sono infatti ben ventuno gli attori impegnati, alcuni di riconosciuto spessore ed esperienza al fianco dei talenti più giovani, ancora sulla strada di una compiuta maturazione. «Questo accostamento non nuoce allo spettacolo ma ne esalta anzi il suo momento pedagogico e di crescita umana. A Montepulciano il Maestro Hans Werner Henze, fondatore del Cantiere, ci insegnò questo criterio che non ci stanchiamo mai di applicare», testimonia ancora Pasquini.
Info: 0578 757007 | info@fondazionecantiere.it | Teatro Poliziano, Via del Teatro, 4
Botteghino: primo settore 12€, secondo settore 8€
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