Dura replica alle recenti affermazioni degli esponenti del Pd e delle forze alleate in merito alle ultime vicende legate alla banca
![](https://www.ilcittadinoonline.it/wp-content/uploads/originali/1350053158302.jpg)
SIENA. «Il Pd senese (o quello che ne resta) ed i suoi alleati hanno perso l’ennesima occasione per tacere, incapaci, come sono, di prendere una chiara posizione. Chi ha appoggiato Viola e Profumo e faceva parte della maggioranza, farebbe bene a tacere». Commenta così Francesco Giusti, segretario comunale della Lega Nord Siena,i recenti interventi delle forze politiche dell’ex maggioranza di Franco Ceccuzzi, a partire dal Pd e da Siena Futura di Mauro Marzucchi. Secondo l’esponente della Lega Nord «c’è bisogno di una svolta politica e che ci sia anche e soprattutto un cambiamento radicale di mentalità. Deve essere abbandonato una volta per tutte quel sistema borbonico di gestione della cosa pubblica che fa vergogna alla storia di Siena ed all’intelligenza del popolo senese.
«A Siena – fa sapere in una nota – o ci si schiera con il “bianco” o ci si schiera con il “nero”, come i colori della Balzana: non esistono mezze misure, bisogna avere il coraggio, come in questo caso, di schierarsi. O si è al fianco dei lavoratori, della cttà e della senesità della Banca o si parteggia per quei banchieri a cui il PD, i suoi alleati e Ceccuzzi hanno preferito consegnare le chiavi della città. La verità è che il Pd senese non conta oramai più nulla, di fatto commissariato da Roma ed incapace a difendere le sorti di Siena».
Poi, dal Carroccio, all’indomani del voto assembleare, lanciano un appello alla cittadinanza senese:
«Dobbiamo voltare pagina, ma soprattutto avere il coraggio di farlo. Sappiamo tutti che il progetto di strappare il Monte a Siena, rovinando la Fondazione e la città, doveva essere fermato per tempo, quando solo pochi coraggiosi erano presenti in Assemblea, in rappresentanza della Lega e delle allora Liste Civiche Senesi, per contestare l’acquisizione dell’Antonveneta ed i due successivi aumenti di capitale. Per troppo tempo la città, inerme, ha assistito ed avallato, con i propri complici silenzi, l’azione devastatrice di quel Sistema che ha fatto campare gruppi di cittadini, clientele che hanno beneficiato di promozioni e posti di lavoro, o associazioni che hanno tirato a campare grazie alle prebende elargite dalla Fondazione MPS. Questo sistema ha rovinato Siena ed ha alimentato quelle clientele che hanno garantito potere e poltrone alla Casta. La nostra città non merita di essere distrutta così e per questo dobbiamo dire basta e dare il via ad una nuovo progetto per la nostra città che le restituisca la dignità che le compete.
Tutto questo non può e non deve partire dalla necessaria assunzione di responsabilità da parte (e nei confronti) di chi ci ha trascinato nel baratro. Quei partiti, quegli uomini, quelle sigle hanno dei nomi precisi, che tutti devono sapere: dal Presidente della Fondazione Mancini, agli ex vertici del Monte Vigni e Mussari, ai membri delle Deputazioni della Fondazione (a partire da quelli della Fondazione Amministratrice), ai membri dei CdA delle controllate e delle partecipate, l’esercito dei beneficiati che da questo sistema hanno tratto vantaggi e basta, in barba alla città ed alle sue sorti».