"Siena non è certo un presidio ospedaliero di secondaria importanza"
SIENA. Si discute in questi giorni in Consiglio comunale di un argomento che “storicamente” mi sta molto a cuore. In breve si tratta di questo: a Siena i genitori dei piccoli pazienti che necessitano di un intervento ospedaliero ortopedico sono sempre più spesso indirizzati al Meyer di Firenze, con tutti i disagi che ciò può comportare. Questo succede anche in presenza di traumi leggeri e non particolarmente gravi, che potrebbero essere trattati efficacemente dai validissimi professionisti del nostro ospedale. Mi pare che ciò che accade per ortopedia pediatrica si aggiunga a quello che viene segnalato anche nel caso di altre patologie più o meno serie. Sembra che esista ormai soltanto il Meyer, e i genitori dei piccoli pazienti ne devono prendere amaramente atto.
Ora, nessuno ovviamente discute una struttura di assoluta eccellenza come quella fiorentina, di cui la Toscana può andare giustamente orgogliosa. Ma non si capisce perché a Siena non si possano più curare pazienti pediatrici che fino a un recente passato erano presi in carico, brillantemente, dal nostro ospedale.
Che senso ha poter finalmente disporre a Siena di un Pronto soccorso dedicato ai nostri bambini (grazie, mi piace ricordarlo, a una legge regionale fortemente sostenuta dall’Associazione “Noi Siena”, con il decisivo supporto dell’allora Presidente della Commissione Sanità Stefano Scaramelli), se poi si retrocede su altri fronti? Si fa un passo in avanti e due indietro? Non va bene.
Ma vediamo da dove nasce questa situazione a dir poco incresciosa. Che mi risulti, da una disposizione regionale supportata dal Meyer e recepita dall’AOUS e dalla nostra Pediatria. Detta disposizione di fatto impone, per alcune particolari patologie pediatriche, di indirizzare i pazienti all’ospedale fiorentino. Francamente, non si capisce perché. Quello di Siena non è certo un presidio ospedaliero di secondaria importanza. Vi operano professionisti di altissimo livello, assolutamente in grado di gestire al meglio le più diverse necessità cliniche dei piccoli pazienti.
Valorizzare le eccellenze regionali non significa certo legittimare una sorta di monopolio, incuranti del disagio che questa centralizzazione causa alle famiglie residenti nel nostro territorio.
Un modo per risolvere il problema può essere a mio avviso quello di coinvolgere nella sua soluzione direttamente gli operatori sanitari, cioè chi ogni giorno lavora sul campo. E quindi la parola dovrebbe passare all’équipe dell’Ortopedia senese e a quella pediatrica. Sono certo che un dialogo costruttivo tra le professionalità coinvolte possa portare a un accordo soddisfacente per tutti. E i piccoli pazienti, con le loro famiglie, sarebbero i primi a ringraziare.
David Chiti, presidente Italia Viva Area Senese