L’acquisto sul mercato antiquario reso possibile da due sponsor privati
PIENZA. È stato presentato sabato 5 ottobre a Firenze, presso la Biennale Internazionale dell’Antiquariato, davanti ad un pubblico molto numeroso e attento, il progetto “Un Pietro Lorenzetti per Pienza. Il San Luca dal Polittico di Monticchiello”, grazie al quale il Comune di Pienza ha potuto acquistare sul mercato antiquario un importantissimo dipinto, una piccola tavola triangolare a fondo oro, raffigurante l’Evangelista Luca a mezzo busto, opera di Pietro Lorenzetti (Siena, documentato dal 1306 al 1345), uno dei grandi maestri della pittura senese del Trecento.
Del dipinto, identificato come una delle cuspidi del polittico che il giovane Pietro Lorenzetti destinò, nel secondo decennio del Trecento, alla chiesa di San Leonardo a Monticchiello, si erano perse le tracce per circa novanta anni. È accertato che, quasi un secolo fa, il San Luca appartenne a Raimond van Marle (1887-1936), storico dell’arte olandese che scelse di vivere a Perugia, in virtù della sua grande passione per la pittura dei primitivi italiani.
Il “rientro a casa”, nel Museo Diocesano di Palazzo Borgia, vicino alla Madonna col Bambino che faceva parte di quella stessa antica pala d’altare, andata smembrata nel corso dei secoli, avverrà al più presto; l’opera sarà, nel prossimo biennio, al centro di una mostra dedicata a Pietro Lorenzetti.
Manolo Garosi, sindaco di Pienza, ha detto: “Esprimo l’orgoglio e la soddisfazione dell’intera comunità di Pienza per aver felicemente portato a termine questa complessa operazione. Non è solo un’opera d’arte, di straordinario valore, a rientrare nel nostro patrimonio, ma è un pezzo importante della nostra storia e della nostra cultura che serve a consolidare un’armonia a cui tendiamo sempre, proprio in quanto eredi di un ineguagliabile messaggio di pace”.
“Torna, dopo un “viaggio” durato oltre 200 anni (probabilmente il polittico venne smembrato e parzialmente sottratto dalle truppe napoleoniche) una parte della preziosa opera di Pietro Lorenzetti”, ha sottolineato Giampietro Colombini, presidente della Fondazione San Carlo Borromeo di Pienza. “La comunità di Pienza e Monticchiello gioisce per un risultato certamente insperato e raggiunto grazie alla collaborazione di enti pubblici e privati, in un connubio che deve essere solo il punto di partenza di un percorso di riqualificazione e di presa di coscienza cultuale che l’intera comunità ha intrapreso e che porterà nuovi e eccellenti risultati. La Fondazione San Carlo Borromeo si impegna, a favore della comunità, nella promozione della cultura e nella tutela dei beni culturali di Pienza”.
Ad individuare sul mercato antiquario il San Luca di Pietro Lorenzetti e a segnalarlo al Comune di Pienza è stato Gabriele Fattorini, Ddrettore del Museo Diocesano pientino, docente all’Università di Firenze, che ha fatto rilevare come “il San Luca di Pietro Lorenzetti sia davvero un’acquisizione eccezionale per il museo di Pienza. Si tratta di una deliziosa opera della fase giovanile, e più sperimentale, del grande pittore senese del Trecento, che la provenienza dal Polittico di Monticchiello lega a una comunità capace di distinguersi, tramite tale operazione, per il formidabile attaccamento al proprio territorio e a quel lontano passato artistico cui deve monumenti eccezionali: dalla città rinascimentale di Pio II, al vicino borgo murato di Monticchiello, dominato dalla chiesa gotica di San Leonardo, dove stavano un tempo il San Luca e la commovente Madonna col Bambino che lo attende nel museo”.
Prezioso il contributo della storica dell’arte olandese Machtelt Brüggen Israëls, docente all’Università di Amsterdam, che per prima ha proposto una ricostruzione del Polittico di Monticchiello in cui era prevista la cuspide con San Luca. “Il meraviglioso San Luca di Pietro Lorenzetti – ha detto la studiosa – non si era visto per novant’anni, ma ora torna non solo nelle terre per cui era pensato, ma completa l’immagine di uno dei più umani pittori del Trecento, accrescendo gli elementi noti del Polittico di Monticchiello, del quale era parte. La ricostruzione di questo complesso è un piccolo giallo che spazia dal territorio pientino nel lontano 1315 alla Pisa dell’Ottocento, ricca di collezionisti restauratori, per concludersi, per il momento, a Palazzo Corsini nel 2024”.
Presente alla BIAF anche Carolina Taddei, coordinatrice della Fondazione Musei Senesi, partner del Comune di Pienza nel progetto, che ha osservato: “Ogni volta che un’opera d’arte torna a far parte di una collezione pubblica è sempre un’occasione preziosa per le comunità che possono, così, conoscere meglio il proprio patrimonio e la propria storia. Quando, come in questo caso, si tratta di una testimonianza di uno dei grandi interpreti della storia dell’arte, il beneficio è per tutta l’umanità che potrà ammirare il talento e avere un motivo in più per desiderare di visitare e conoscere il nostro territorio”.
L’acquisto, effettuato tramite un bando di sponsorizzazione superiore ai 120.000 Euro, si è reso possibile grazie al fondamentale intervento di due sponsor privati, Distribuzione Italia e Fabbrica – Pienza, che hanno permesso al Comune di fare tornare in patria un capolavoro della pittura senese del Trecento.
Dell’originario polittico, un terzetto di Santi si trova nel Museo Horne di Firenze, e una Sant’Agata nel Musée de Tessé di Le Mans, in Francia. Si conosce pure un’altra cuspide, che appartenne al celebre storico dell’arte Bernard Berenson e rimane ancora a Villa I Tatti, la sua residenza nei dintorni di Firenze, che oggi appartiene all’Università di Harvard.