RADICOFANI. Borgo Maggiore domina, per il secondo anno consecutivo, il Palio del bigonzo. Di fronte a centinaia di spettatori entusiasti, due staffette di corridori si sono alternate trasportando il bigonzo carico di uva e creta su una portantina: esercizio non semplice, ma avvincente. Alla fine l’hanno spuntata i vincitori dello scorso anno, Daniele Nutarelli, Mirco
Perugini e, nell’ultimo tratto, Gregorio Zaccari e Daniele Fabbrizzi. È stato un arrivo quasi al fotofinish, davanti a un agguerrito Castelomorro, che pure ha vinto altre due edizioni sulle cinque in totale disputate finora. Le altre protagoniste sono state le contrade di Borgo Castello, Borgo Bonmigliaccio e Borgo Maggiore, con Contignano in attesa di fare il suo debutto dopo la recente costituzione.
Ma il Palio è stato solo il gran finale di una giornata particolarmente ricca, iniziata alle 10.30 con un corteo che arriva alla Chiesa di San Pietro dove, alla fine della messa, c’è stata la benedizione dei drappelloni delle contrade e del Palio, dipinto per l’occasione da Laura Pertout Buricchi, trapiantata da anni a Radicofani. Le contrade hanno animato con cortei, sbandieratori, arcieri e armigeri le strade di questo meraviglioso borgo per l'intera giornata. Dopo la sfilata del corteo storico, alle 15, lungo le vie del paese si è svolta la sfida con gli archi che ha determinato l’ordine di partenza, con posizioni più o meno vantaggiose assegnate sulla base dei punteggi ottenuti. Poi c’è stato momento del lancio della sfida, con declamazioni espresse nella principale piazza di ogni contrada. La gara vera e propria è partita intorno alle 19.
Dopo la consegna del drappellone alla contrada vincitrice, si è continuato a festeggiare nelle cantine delle contrade, approntate per chiudere in bellezza una domenica speciale, per Radicofani. La manifestazione, che ha il patrocino di Comune e della proloco, è stata organizzata dalle contrade e dalla Compagnia arcieri della Francigena. L’intento è recuperare la tradizione vitivinicola di Radicofani. Basti pensare che la produzione di vino era già descritta nello statuto del 1441 e rimase un elemento trainante dell’economia almeno fino alla metà del secolo scorso, con una documentata fornitura alle osterie della zona, compresa Abbadia San Salvatore.
Documenti di inizio Novecento parlano di 3mila ettolitri prodotti: numeri impressionanti, rispetto alla scarsa produzione odierna. Le stesse contrade, pur rappresentando una “invenzione” recente, sono anch’esse figlie della memoria storica: lo statuto comunale di Radicofani del 1255 considera, con gli stessi nomi attuali, quattro borghi all’epoca già costituiti e autonomi.
Perugini e, nell’ultimo tratto, Gregorio Zaccari e Daniele Fabbrizzi. È stato un arrivo quasi al fotofinish, davanti a un agguerrito Castelomorro, che pure ha vinto altre due edizioni sulle cinque in totale disputate finora. Le altre protagoniste sono state le contrade di Borgo Castello, Borgo Bonmigliaccio e Borgo Maggiore, con Contignano in attesa di fare il suo debutto dopo la recente costituzione.
Ma il Palio è stato solo il gran finale di una giornata particolarmente ricca, iniziata alle 10.30 con un corteo che arriva alla Chiesa di San Pietro dove, alla fine della messa, c’è stata la benedizione dei drappelloni delle contrade e del Palio, dipinto per l’occasione da Laura Pertout Buricchi, trapiantata da anni a Radicofani. Le contrade hanno animato con cortei, sbandieratori, arcieri e armigeri le strade di questo meraviglioso borgo per l'intera giornata. Dopo la sfilata del corteo storico, alle 15, lungo le vie del paese si è svolta la sfida con gli archi che ha determinato l’ordine di partenza, con posizioni più o meno vantaggiose assegnate sulla base dei punteggi ottenuti. Poi c’è stato momento del lancio della sfida, con declamazioni espresse nella principale piazza di ogni contrada. La gara vera e propria è partita intorno alle 19.
Dopo la consegna del drappellone alla contrada vincitrice, si è continuato a festeggiare nelle cantine delle contrade, approntate per chiudere in bellezza una domenica speciale, per Radicofani. La manifestazione, che ha il patrocino di Comune e della proloco, è stata organizzata dalle contrade e dalla Compagnia arcieri della Francigena. L’intento è recuperare la tradizione vitivinicola di Radicofani. Basti pensare che la produzione di vino era già descritta nello statuto del 1441 e rimase un elemento trainante dell’economia almeno fino alla metà del secolo scorso, con una documentata fornitura alle osterie della zona, compresa Abbadia San Salvatore.
Documenti di inizio Novecento parlano di 3mila ettolitri prodotti: numeri impressionanti, rispetto alla scarsa produzione odierna. Le stesse contrade, pur rappresentando una “invenzione” recente, sono anch’esse figlie della memoria storica: lo statuto comunale di Radicofani del 1255 considera, con gli stessi nomi attuali, quattro borghi all’epoca già costituiti e autonomi.