Lettera aperta del Comitato di Resistenza Pastorale alla vicepresidente Saccardi
SIENA. Gentile dottoressa Saccardi,
Le scriviamo, qui, pubblicamente sui giornali, non solo per informare più persone possibili sulla reale situazione legata all’emergenza lupo, ma anche perché alle nostre mail lei non risponde. Siamo qui per portare alla Sua attenzione la situazione sempre più critica che sta colpendo gli allevatori della nostra regione, con particolare riferimento agli ultimi episodi di predazione da parte dei lupi avvenuti qualche settimana fa nei pressi di Radicofani (SI) e Terranuova Bracciolini (AR). In quest’ultimo caso, anche il sindaco della cittadina, Sergio Chienni, Le ha inviato una lettera esprimendo la crescente preoccupazione per la questione ed esortandoLa a prendere misure concrete e immediate.
Questi episodi rappresentano solo gli ultimi di una lunga serie che sta esasperando gli allevatori toscani, i quali si trovano abbandonati a loro stessi nel tentativo di proteggere i propri animali. La situazione è ormai insostenibile e richiede un intervento urgente e concreto da parte della Regione, NON POSSIAMO ASPETTARE OLTRE!
Noi Le suggeriamo di iniziare a prendere seriamente in considerazione la possibilità di richiedere a ISPRA l’attuazione delle deroghe al decreto habitat, come accade anche in altri Paesi UE, ad esempio in Francia. Per questo motivo, insieme a un’altra Associazione nazionale, stiamo valutando se sussistano gli estremi penali per la mancata richiesta all’ISPRA delle deroghe consentite dalla direttiva habitat per motivi di ordine e sicurezza pubblica. ISPRA stessa ci ha confermato che sono le Regioni che devono richiedere l’attuazione delle deroghe.
Se lo scorso 26 luglio Lei, o chi per Lei, fosse venuto in Regione Toscana al nostro evento “Tavola Rotonda: il lupo e la pastorizia”, invece di annullare la partecipazione, dandoci un vero e proprio bidone, poche ore prima dell’apertura dei lavori, come avete fatto, vi sareste resi conto della reale situazione e della gravità in cui versa la nostra regione, che supera di gran lunga le denunce che vi vengono fatte ogni
giorno. Vi sareste resi conto che la task force lupo rappresenta realmente uno spreco di denaro pubblico e si è dimostrata totalmente incapace di far fronte alla situazione reale: un messaggino WhatsApp e la visita di un vostro “esperto” nelle nostre aziende ci hanno più volte dimostrato che non risolvono i problemi.
Ci avete ricevuto il 1° agosto, con molte chiacchiere e nessun fatto concreto. NON POSSIAMO ATTENDERE OLTRE! Smaltire le carcasse predate sul Monte Amiata per sfamare i lupi e gli ibridi che non possono essere reimmessi in natura è una soluzione che ridicolizza e prende in giro gli allevatori, alla quale gli allevatori seri non vogliono più sottostare, e per questo motivo evitano anche di denunciare le predazioni. Per questo chiediamo che la regione si faccia carico dello smaltimento delle carcasse presso gli inceneritori o le discariche di organico. O forse avere cibo gratis dai nostri allevamenti è più vantaggioso per mantenere tutti quei predatori del Parco Faunistico del Monte Amiata?
Se non verranno adottate misure efficaci, molti allevatori saranno costretti a chiudere le loro aziende, con conseguenze devastanti per il territorio. Senza la gestione pastorale, molte aree rischiano di essere abbandonate, con un peggioramento complessivo della cura e del controllo del paesaggio, con tutte le problematiche che ne derivano.
Ci chiediamo dove sia la Regione in questo momento di crisi, considerando che molte promesse sono state fatte ma nessuna misura realmente utile è stata adottata.
La task force istituita in merito, nonostante l’impegno economico, si è dimostrata inefficace, composta da persone con conoscenza, a nostro parere, insufficiente, se non addirittura di parte, del settore, e incapaci di proporre soluzioni concrete e realistiche. Poiché la task force è un’attività pagata con fondi pubblici, ma di cui praticamente nulla sa il cittadino, è necessario che i costi, le attività e i report fatti dalla task force siano visibili e leggibili comunemente, in modo che tutti possano essere a conoscenza di ciò che viene fatto, come, quando e perché. Tra l’altro, non abbiamo avuto notizie sul lupo che ha seguito per decine di metri la ragazza a Siena, e che un tassista si è visto costretto a scacciare. Ci chiediamo: cosa avete adottato in merito, cosa state facendo in questo e in altri casi, nel dettaglio?
Riteniamo sia giunto il momento di affrontare questa emergenza con decisione, per evitare che la situazione degeneri ulteriormente, mettendo a rischio non solo la sopravvivenza degli allevamenti ma anche l’incolumità pubblica.
Speriamo vivamente che la Regione possa prendere atto della gravità della situazione e adottare misure che realmente possano fare la differenza, affinché non si debba più sentire un allevatore disperato dichiarare: “Non mi resta che chiudere”.
Restiamo fiduciosi in un Suo sollecito riscontro dove ci illustri i passi concreti e veloci che dovete adottare!
Cordiali saluti.
Il Comitato di Resistenza Pastorale