FIRENZE. La Corte di Appello di Firenze, agli inizi di agosto, ha dato ragione agli investitori in obbligazioni subordinate del Monte dei Paschi, che erano finite nel burden sharing nel 2017, convertite in azioni in occasione del salvataggio pubblico della banca con la ricapitalizzazione precauzionale.
Il ribaltamento della sentenza del tribunale di Pisa, cui si erano rivolti i risparmiatori, è dovuto al fatto che la banca non ha fornito prova di aver dato una specifica informazione sul carattere subordinato dei bond ai clienti.
La Corte d’appello di Firenze ha calcolato le quotazioni correnti del titolo Mps al momento della sentenza e non le quotazioni risultanti alla data della conversione in azioni dei bond.
Dalla sentenza sono esclusi i piccoli risparmiatori, che all’epoca beneficiarono dell’offerta pubblica di transazione e scambio di Mps ai sensi del decreto legge sul burden sharing (203/2016).