GROSSETO. Sono 54 gli indagati dell’inchiesta condotta dalla polizia nel comune di Monte Argentario per presunti abusi edilizi, corruzione, falsità ideologica e abuso d’ufficio, che stamani ha portato all’esecuzione di 20 ordinanze di misure cautelari. I provvedimenti vanno dagli arresti domiciliari al divieto di dimora nel comune di Monte Argentario.
Tra gli indagati ci sono l’ex vicesindaco che era anche assessore all’urbanistica, cinque dipendenti dell’ufficio tecnico comunale, un ex dipendente dello stesso settore e un funzionario della soprintendenza ai beni ambientali delle province di Grosseto e Siena. Quest’ultimo è stato interdetto dal gip dai pubblici uffici per un periodo di due mesi.
Coinvolti nell’inchiesta anche numerosi professionisti (architetti, ingegneri e geometri), agenti immobiliari e anche un nobile residente a Roma proprietario di immobili all’Argentario dove non potrà più dimorare.
Secondo la ricostruzione della polizia, che stava indagando da circa due anni sulle pratiche edilizie rilasciate dal Comune, alcuni committenti si rivolgevano ad un selezionato gruppo di professionisti locali che potevano contare all’interno del Comune di una "corsia preferenziale" per vedersi approvare
progetti anche quando la realizzazione di nuove opere contrastava con i rigidi vincoli ambientali che tutelano il promontorio dell’Argentario. Sempre secondo la polizia, certi favori venivano ripagati con somme di denaro. Stamani sono state eseguite anche 42 perquisizioni domiciliari nei confronti di
altrettante persone con sequestro di nuovo materiale che potrebbe portare a ulteriori sviluppi.
Tra gli indagati ci sono l’ex vicesindaco che era anche assessore all’urbanistica, cinque dipendenti dell’ufficio tecnico comunale, un ex dipendente dello stesso settore e un funzionario della soprintendenza ai beni ambientali delle province di Grosseto e Siena. Quest’ultimo è stato interdetto dal gip dai pubblici uffici per un periodo di due mesi.
Coinvolti nell’inchiesta anche numerosi professionisti (architetti, ingegneri e geometri), agenti immobiliari e anche un nobile residente a Roma proprietario di immobili all’Argentario dove non potrà più dimorare.
Secondo la ricostruzione della polizia, che stava indagando da circa due anni sulle pratiche edilizie rilasciate dal Comune, alcuni committenti si rivolgevano ad un selezionato gruppo di professionisti locali che potevano contare all’interno del Comune di una "corsia preferenziale" per vedersi approvare
progetti anche quando la realizzazione di nuove opere contrastava con i rigidi vincoli ambientali che tutelano il promontorio dell’Argentario. Sempre secondo la polizia, certi favori venivano ripagati con somme di denaro. Stamani sono state eseguite anche 42 perquisizioni domiciliari nei confronti di
altrettante persone con sequestro di nuovo materiale che potrebbe portare a ulteriori sviluppi.