GREVE IN CHIANTI. La Fondazione per la Tutela del Territorio del Chianti Classico Onlus promuoverà il ricorso al TAR contro la decisione del Comune di Greve in Chianti di adottare la Variante al Regolamento Urbanistico deliberata lo scorso 11 febbraio, che prevede la costruzione ex novo nell’area di Testi di una centrale a turbogas della potenza di 50 megawatt.
"La decisione di ricorrere – dichiara il presidente della Fondazione Lapo Mazzei – è stata presa di concerto con le aziende agricole che operano nell’area di Testi e che risulterebbero pesantemente danneggiate da un progetto industriale molto complesso, di cui la centrale a turbogas è soltanto un elemento. Come Fondazione – prosegue Mazzei – abbiamo più volte fatto presente la nostra disponibilità ad entrare nel merito dell’intero progetto di sviluppo industriale proposto all’Amministrazione; progetto che riguarda un’area dove già insiste un grande cementificio e che oltre alla centrale a turbogas contempla un inceneritore e altre attività di servizio. Avevamo anche proposto di studiare insieme gli impatti ambientali, paesaggistici e logistici prima che venisse presa una decisione definitiva, ma evidentemente il Comune ha ritenuto di dover procedere a tappe forzate, ignorando le legittime preoccupazioni di chi sul territorio vive e lavora".
Negli scorsi mesi la Fondazione aveva avanzato dubbi tanto sulla legittimità giuridica della variante, quanto sull’opportunità di concentrare nuovi impianti industriali in un sito storicamente già penalizzato. In particolare aveva giudicato poco credibile la tesi – avanzata dall’Amministrazione – secondo la quale i nuovi insediamenti dovrebbero apportare un miglioramento generale alla situazione ambientale dell’area, soprattutto se si considera l’incremento del traffico pesante sulla viabilità locale derivante dal trasporto di decine di migliaia di tonnellate annue di CDR che serviranno ad alimentare il futuro inceneritore.
"Vista la delicatezza del problema – dichiara ancora Mazzei – l’Amministrazione farebbe meglio a sospendere una decisione tanto affrettata quanto incomprensibile, consentendo quanto fino ad oggi negato, l’esame dell’intero progetto comprendente anche il termovalorizzatore, e prendendosi tutto il tempo necessario per valutare seriamente le conseguenze di tutte le realizzazioni. In linea di principio noi non siamo affatto contrari a nuovi insediamenti industriali, ma il Chianti è un territorio straordinario che deve essere tutelato da una politica lungimirante e trasparente. Non possiamo permetterci iniziative che favoriscono un solo soggetto e che vanno a discapito dell’intera comunità".
"La decisione di ricorrere – dichiara il presidente della Fondazione Lapo Mazzei – è stata presa di concerto con le aziende agricole che operano nell’area di Testi e che risulterebbero pesantemente danneggiate da un progetto industriale molto complesso, di cui la centrale a turbogas è soltanto un elemento. Come Fondazione – prosegue Mazzei – abbiamo più volte fatto presente la nostra disponibilità ad entrare nel merito dell’intero progetto di sviluppo industriale proposto all’Amministrazione; progetto che riguarda un’area dove già insiste un grande cementificio e che oltre alla centrale a turbogas contempla un inceneritore e altre attività di servizio. Avevamo anche proposto di studiare insieme gli impatti ambientali, paesaggistici e logistici prima che venisse presa una decisione definitiva, ma evidentemente il Comune ha ritenuto di dover procedere a tappe forzate, ignorando le legittime preoccupazioni di chi sul territorio vive e lavora".
Negli scorsi mesi la Fondazione aveva avanzato dubbi tanto sulla legittimità giuridica della variante, quanto sull’opportunità di concentrare nuovi impianti industriali in un sito storicamente già penalizzato. In particolare aveva giudicato poco credibile la tesi – avanzata dall’Amministrazione – secondo la quale i nuovi insediamenti dovrebbero apportare un miglioramento generale alla situazione ambientale dell’area, soprattutto se si considera l’incremento del traffico pesante sulla viabilità locale derivante dal trasporto di decine di migliaia di tonnellate annue di CDR che serviranno ad alimentare il futuro inceneritore.
"Vista la delicatezza del problema – dichiara ancora Mazzei – l’Amministrazione farebbe meglio a sospendere una decisione tanto affrettata quanto incomprensibile, consentendo quanto fino ad oggi negato, l’esame dell’intero progetto comprendente anche il termovalorizzatore, e prendendosi tutto il tempo necessario per valutare seriamente le conseguenze di tutte le realizzazioni. In linea di principio noi non siamo affatto contrari a nuovi insediamenti industriali, ma il Chianti è un territorio straordinario che deve essere tutelato da una politica lungimirante e trasparente. Non possiamo permetterci iniziative che favoriscono un solo soggetto e che vanno a discapito dell’intera comunità".