Il voto senese legato a quello della regione Lazio?
di Red – foto di Corrado De Serio
SIENA. Stamani Alessandro Profumo dovrebbe essere in Tribunale a Milano per seguire la prima udienza del processo denominato “Brontos” nel quale sarà giudicato per una maxi-frode fiscale dei tempi dell’Unicredit. Epoca in cui si vendevano ai clienti derivati e titoli tossici che hanno condotto al fallimento diverse aziende e i cui processi si sono aperti a Bari, Torino, Roma. Assieme a Viola nel pomeriggio farà la sua conferenza per la stampa, che ha convocato nella sala multimediale della Rocca, senza specificare l’argomento di cui vuol parlare. Sarà il solito piano industriale?
Ma la tranquillità del weekend è stata sconvolta da due fatti apparentemente slegati tra di loro, che potrebbero avere profonde ripercussioni sui nuovi equilibri politico-finanziari di Siena. Il primo fatto è accaduto a Palazzo Sansedoni. Fermento dunque nella Fondazione MPS, in preparazione dell’Assemblea Straordinaria che il 9 ottobre potrebbe sancire il passaggio di gran parte dei poteri sulla banca dall’assemblea dei soci al presidente Profumo. Infatti la Deputazione era stata convocata per venerdì 28 settembre e sembra proprio che siano volati i coltelli. Da più parti si è tirata la giacchetta a Mancini (Confronti con Pinciani, Fli con Milani, ad esempio), perché il presidente “faccia sentire la sua voce” all’assemblea convocata dal Tandem. E’ più facile che la faccia saltare dimettendosi e facendo mancare il numero legale per svolgere l’assemblea, per non passare come il “traditore della patria” che consegna la banca allo straniero, piuttosto che mettersi a criticare se stesso per l’appoggio incondizionato dato al Tandem sin da maggio. D’altra parte “Gabriello Mancini è finito in minoranza su un emendamento che cancella dal documento strategico triennale il passaggio in cui si subordinava la responsabilità della Fondazione alle direttive degli enti locali”. Evidentemente la ricostruzione delle responsabilità del disastro e l’induzione all’errore non sono condivise all’interno della Deputazione: con il piano presentato da Mancini si sarebbero schierati, stante l’impenetrabile cortina di silenzio all’uopo immediatamente calata, due soli deputati. Gli altri contro. Un’altra proposta, invece, sarebbe stata approvata all’unanimità.
Lo scontro frontale all’interno del Partito Democratico senese continua. D’altra parte, il rischio che alle prossime elezioni – nell’ipotesi di perdere la poltrona di sindaco – si perda conseguentemente il controllo sulla banca, spinge le forze del PD a sostenere Profumo (legato a doppio filo con la dirigenza romana del partito da D’Alema alla Bindi), a forzare la mano per eliminare la fu-senesità del Monte. E qui si innesta il secondo fatto che sconvolge tutti i piani della politica. Il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri è intervenuta sul caso Lazio e lo scandalo dei fondi Pdl per cui si è dimessa Renata Polverini a gamba tesa. Nel Lazio si andrà alle urne entro 90 giorni, secondo quando ha sostenuto il ministro, in una dichiarazione rilasciata al Festival del Diritto di Piacenza: “Questo risponde anche ad un’esigenza di tipo operativo: prima si va alle elezioni e meglio è, anche perché per le regioni non è previsto il commissariamento». La notizia non farà piacere al Pdl laziale, ma certamente rinfocolerà a Siena il partito che sta cercando un voto veloce per il nuovo sindaco. L’accorpamento con le regionali nel Lazio, se veramente si dovessero fare in tre mesi, potrebbe offrire un’opportunità clamorosa che stava venendo meno. E un nuovo sindaco potrebbe rimescolare le carte in Fondazione e a Rocca Salimbeni: si annuncia una settimana veramente interessante.