CHIUSI. La Regione ha trasferito il Centro carni al comune di Chiusi, insieme a 1 milione e 500 mila euro per il progetto di recupero.
Hanno cambiato “padrone” altre due importanti strutture, il Mercato ortofrutticolo del Medio Tirreno passato al Comune di Pisa e l'Impianto invecchiamento vini affidato al Comune di Radda in Chianti, in entrambi i casi con una “dote” di 500 mila euro. Quanto a Chiusi, la delibera assunta dalla giunta regionale è una risposta alla richiesta avanzata alcuni mesi fa dall’allora sindaco Luca Ceccobao. Il quale, adesso, da assessore regionale alle infrastrutture e trasporti della Regione toscana, può esprimere una legittima soddisfazione.
“Si tratta – afferma – della svolta per una vertenza storica del territorio. Questa delibera apre prospettive interessanti per il recupero di un’area che potrà essere gestita direttamente dal Comune di Chiusi. Ora dovrà essere finalizzato un progetto complessivo che recuperi un comparto produttivo che va valorizzato e che può portare lavoro e sviluppo”. Questa immensa struttura, con i suoi 80 mila metri cubi esistenti e altri 200 mila metri cubi ancora da realizzare, può considerarsi strategica: consente di attuare una previsione urbanistica coerente con le aree limitrofe già destinate ad attività commerciali, produttive e direzionali, garantendo nuovi spazi da mettere a disposizione delle aziende. Insomma, c’è la sensazione che si possa finalmente dare una funzione e un futuro a un contenitore abbandonato da anni. Concepito negli anni Sessanta come “frigomacello” e realizzato con fondi statali, si era subito dimostrato di una dimensione eccessiva, fuori scala. Da qui i problemi di gestione, affidata a un consorzio nel ’78, prima del commissariamento degli anni Ottanta. Di recente c’è stato un passaggio di proprietà dallo Stato alla Regione, con il tentativo di cessione di quest’ultima partendo da una valutazione di sei milioni di euro. Quindi il trasferimento al Comune, che ha manifestato l’intenzione di destinare una piccola parte a esigenze locali sempre di macellazione, accanto a un utilizzo per insediamenti produttivi attraverso un piano di recupero, senza escludere il coinvolgimento di privati. Ma non si tratta solo di liberare preziosi spazi produttivi, in un’area chiusa dal confine umbro: ci sono le sinergie possibili con l’area ferroviaria. La ristrutturazione potrebbe portare un grande valore a Chiusi, con l’opportunità di attuare un disegno urbanistico armonico e ordinato. Intanto, le associazioni di categoria e i sindacati hanno già espresso, in più di un’occasione, l’idea avere la piena disponibilità a livello locale di questo immobile, per tutte le potenzialità che può esprimere.