"... come facciamo a leggerlo?", chiede il consigliere Ips
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SIENA. Ho letto con interesse l’intervista rilasciata dal sindaco Bruno Valentini a Max Brod, per il Cittadino on line. E ringrazio il primo cittadino per aver fatto cenno anche al tema dei 400 mila euro che sarebbero già stati spesi per inseguire la capitale della cultura. A mia volte vorrei replicare.
Dunque, a Max Brod, che gli ricordava che c’è “chi ha fatto un appello alla chiarezza (come Impegno per Siena)”, Valentini risponde: “Forse queste persone non leggono i bilanci comunali, perché i soldi non sono interni al bilancio, ma vengono da finanziamenti regionali”.
Vorrei far notare al sindaco che leggere il bilancio del Comune di Siena è stato finora impossibile, visto che il bilancio stesso non è stato ancora fornito ai consiglieri comunali. Per ora è stato possibile leggere solo la relazione dell’ispettore ministeriale Cimbolini, almeno per chi come me ha fatto richiesta di accesso agli atti. Per gli altri, neanche quella. A proposito, quando manterrà, il signor sindaco, almeno la promessa, minimale, di rendere pubblica tale relazione?
Ancora a proposito dei 400 mila euro, Valentini, nell’intervista citata, specifica: “Sono stanziamenti che vengono dalla Regione e dal sistema Monte dei Paschi, non vengono dal sistema del Comune. Soldi spesi nell’arco di 3-4 anni”.
Bene, infatti nell’articolo di IPS a cui si riferivano Brod e Valentini, si chiedeva appunto se queste risorse erano interne o esterne all’Amministrazione comunale. Ma a questo punto si pongono interrogativi ulteriori.
Serve ricordare lo stato dell’arte a cui si era giunti in sede di consiglio. L’ultimo ragguaglio in tema di spese per la capitale della cultura lo aveva dato l’assessore Lucia Cresti, nella seduta consiliare del 9 settembre 2011. In tale occasione, l’assessore specificava che per finanziare la candidatura di Siena, il Comune poteva disporre delle “somme che residuano dalla gestione del comitato per la mostra di Duccio di Buoninsegna, che ha concluso la sua attività nell’anno 2005 e che sono allocate al bilancio al capitolo 46300/00, residuo n. 2005/2567, nella cifra di 137.406,57 euro”. L’assessore affermava anche che, a quella data, “i costi sostenuti ad oggi (cioè, ripetesi, al 9 settembre 2011, ndr) dall’Amministrazione comunale per il sostegno alla candidatura di Siena a capitale europea della cultura 2019 sono pari a zero”. Il comitato promotore risultava invece – specificava Lucia Cresti – avere utilizzato 1.416,70 euro per pagare l’atto notarile di costituzione del comitato promotore stesso, ed euro 24.000 erogati ad una società sportiva per attività svolte a supporto della candidatura in questione.
A questo punto occorre fare una somma algebrica. Se al settembre 2011 il Comune di Siena (anzi, il comitato promotore, ndr) aveva speso complessivamente euro 25.416,70 ed oggi il sindaco Valentini dichiara che la spesa finora effettuata, “nell’arco di 3-4 anni”, ammonta ad euro 400 mila, è troppo chiedere come sono stati spesi euro 374.583,30 pari alla differenza fra le due cifre? Ovvio che tale somma è stata spesa necessariamente nel periodo fra il 9 settembre 2011 e il 11 ottobre 2013. Ripetesi: si potrebbe sapere come?
Altra domandina posta da IPS, alla quale il sindaco attuale non ha risposto, e non ne fa cenno neppure nell’intervista a Max Brod, è la seguente: quali vantaggi, per la comunità senese, sono previsti a fronte di un così ingente investimento, se la candidatura di Siena non dovesse andare avanti?
Infine, va rilevato che Valentini non ha risposto neppure alle domande relative alle 50 persone che, stando alle sue dichiarazioni rilasciate a Il Tirreno, lavorerebbero da tre anni al progetto di Siena capitale. E allora torniamo a ripetere: si tratta di personale interno o esterno al Comune? Insomma, chi sono queste persone? Ma soprattutto: CHI LE PAGA?
Marco Falorni – Impegno per Siena